Poco più di dieci giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolgeva i tradizionali auguri per le festività, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni, delle forze politiche e della società civile, ai militari italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali, collegandosi in videoconferenza con Kabul (Afghanistan), Herat (Afghanistan), Al Minhad (Eau), Naqoura (Libano), Pristina (Kosovo), Baghdad (Iraq), Erbil (Iraq), Ali Al Salem (Kuwait), Mogadiscio (Somalia), Gibuti, Misurata (Libia), Durazzo (Albania), Niamey (Niger), Adazi (Lettonia), e le Navi Carabiniere, Vesuvio e Doria.
Nell’intervento, citando Aldo Moro (“Anche se talvolta profondamente divisi… sappiamo di avere in comune, ciascuno per la propria strada, la possibilità e il dovere di andare più lontano e più in alto”), Mattarella sottolineava, in particolare, la responsabilità dei ruoli istituzionali verso i cittadini, e il rispetto reciproco, anche su posizioni diverse, nella democrazia. Tutto ciò per ridare al Paese un senso di unione, su cui punterà nel discorso di fine anno agli italiani. Coesione nazionale e identità italiana sono i pilastri nei momenti di difficoltà, e gli inviti del presidente della Repubblica rivolti sia ai concittadini, affinché abbiano fiducia nel governo anche se i tempi di crisi economica e della politica sono duri, sia ai politici.