La morte di una persona cara produce nella vita di un individuo un dolore, talvolta, intenso e duraturo. Ma è uno di quegli aspetti che fa parte della vita: così come vi è la nascita, vi è la morte.
Un tema molto dibattuto specialmente nel coinvolgimento dei bambini, vi è chi pensa che questi non debbano prenderne parte, in quanto sono processi dolorosi da affrontare, ma gli esperti spiegano l’importanza che questa ha anche per il bambino e per la sua crescita.
Il lutto, per un bambino, non può essere negato e non può nemmeno diventare una cupa ossessione. È comunque un momento di crescita e servirà per insegnargli ad esprimere le proprie emozioni.
Molti sostengono che i bambini non debbano venire in contatto in queste situazioni di sofferenza ed ecco che quindi vengono allontanati e si evita l’argomento.
Ma se il lutto riguarda una tra le figure più vicine per il bambino? Non si potrà far finta di niente e si dovrà spiegare a questo perché non vedrà e non sentirà più quella determinata persona. E sarebbe inutile fingere che tutto vada bene, sorridendo e giocando come se nulla fosse.
Quando un bambino è piccolo, la morte di una persona cara può essere traumatica. Questa potrebbe avvenire per l’anzianità della persona, così come a causa di un incidente o di una malattia, o altro ancora. I bambini vanno ascoltati e supportati, così come si farebbe con una persona adulta. Con la differenza che, essendo piccoli, questi avranno più dubbi e perplessità e potrebbero faticare a capire la cosa, ecco perché occorrerà aiutarli nell’elaborazione.
Un lutto traumatico potrebbe determinare nel bambino un disturbo post traumatico da stress, presentando depressione, ADHD, disturbi della condotta e molto altro.
Il bambino potrebbe avere delle domande, va quindi ascoltato per il tempo necessario e sarà importante dargli delle risposte. Inoltre deve imparare a gestire e ad elaborare il suo dolore, quindi l’atteggiamento più corretto è quello onesto e sincero da parte degli adulti.
A differenza di quanto molti pensano, i bambini sono in grado di comprendere benissimo il concetto della morte, sempre se questa viene loro spiegata adeguatamente in basse all’età, alle sue caratteristiche personali e dalla relazione che aveva con la persona deceduta. E, spesso, questi sanno gestire la situazione molto meglio degli adulti.
Gli esperti spiegano che anche il bambino prova momenti di dolore e che vedere che anche gli adulti provano queste emozioni, lo fortifica, perché gli fa capire che tutti provano il dolore come succede a lui. Per un bambino sembra essere essenziale partecipare al funerale e ai momenti di lutto in famiglia, in quanto gli permette di capire che il dolore può essere espresso e condiviso, proprio come le altre emozioni. Sono sentimenti che fanno parte della vita e sono importanti le condivisioni in una famiglia ed in una società.
Inoltre il lutto, per un bambino, è un momento di crescita e di apprendimento e gli farà capire come comportarsi nelle successive perdite che la vita gli riserverà.
In caso di lutto, o di persona vicina al bambino che sta per morire, è importante:
Il bambino ha bisogno di verità, perché è in grado di capire tutto ciò che gli accade intorno, sente le emozioni degli altri, ha però bisogno di comprendere.
Il modo in cui un bambino elabora l’esperienza del lutto, dipende da diversi fattori, tra questi la fascia di età a cui appartiene:
Non esiste un modo giusto ed unico per trattare il tema della morte con i bambini, esiste solo un canale comunicativo in relazione a quello specifico bambino in quella situazione. La cosa importante è essere chiari e sinceri, aiutandolo a elaborare il lutto, interpretandolo come un evento naturale che fa parte del ciclo della vita di tutti.
Gli esperti ci tengono a sottolineare alcune frasi che sarebbe meglio evitare di dire ai bambini nelle situazioni di lutto, per esempio:
E, un’altra frase assolutamente da evitare e che spesso si sentono dire i bambini maschi:
A molti piace spiegare delicatamente al bambino che la persona non stava più bene, i suoi organi non funzionavano più nemmeno con la medicina tradizionale ed il cuore si è così fermato, poi c’è chi parla della persona deceduta come angelo custode, che non si vede ma che ci protegge sempre e chi, invece, dice che la persona si è trasformata in una stella, diventando così un punto concreto e preciso da osservare nel cielo la notte.
Molti non si pongono il problema se portare i bambini ai funerali, sostenendo che sia una cosa da adulti, mentre altri si fanno molti più problemi, perché non sanno quale sia il modo migliore per affrontare l’argomento.
Gli esperti spiegano che non esiste un modo giusto ed univoco, bensì esiste solo la comunicazione diretta e chiara, adeguata sia all’età sia alla personalità del bambino con cui affrontare l’argomento.
La morte è un evento della vita, non la si può negare e tanto meno nascondere, la si può solo spiegare nel modo migliore possibile.
Spiegare la morte ad un bambino non è semplice, specialmente quando sono i genitori stessi ad essere i primi in difficoltà ad elaborare l’evento. È quindi importante, a volte, ricorrere all’aiuto di un professionista esterno, che possa dare alcune semplici indicazioni ai genitori, in modo da poterne parlare in modo sereno e spiegando al bambino ciò che è necessario.
Valeria Glaray