Prestigioso riconoscimento quello ricevuto da Sergio Rubini per il suo ultimo film intitolato I Fratelli De Filippo. Eduardo, Titina e Peppino sono infatti i tre protagonisti della pellicola premiata a Capri, con Rubini nominato Filmmaker 2021. Appuntamento nella località di Anacapri per la presentazione il prossimo lunedì 27 dicembre.
Rubini riceverà il premio by Intesa San Paolo con il produttore Agostino Saccà e l’attrice Susy Del Giudice. Il riconoscimento proviene dall’Hollywood – The International Film Festival appunto di Capri.
Organizzatori dell’evento sono diversi enti, tra cui la Regione Campania, l’Università Telematica Pegaso, Terna, Givova, Fenix Entertainment, Frecciarossa, RS Productions ed Isaia. Il patrocinio è dell’Assemblea del Mediterraneo e della Croce Rossa Italiana.
Una prima presentazione assoluta era avvenuta in anteprima il 23 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. Nelle sale cinematografiche, da parte di 01 Distribution, durante i tre giorni dal 13 al 15 dicembre. Il mercoledì 29 sempre di questo mese arriverà in televisione su Rai Uno.
Ad interpretare i tre fratelli De Filippo sono Mario Autore nel ruolo di Eduardo, Anna Ferraioli Ravel che interpreta Titina e Domenico Pinelli nei panni di Peppino. Susy Del Giudice è invece la madre Luisa De Filippo, Giancarlo Giannini è il padre biologico, Eduardo Scarpetta, Biagio Izzo è Vincenzo, il fratellastro dei tre. Nella pellicola ci sono anche Marisa Laurito, Vincenzo Salemme, Maurizio Casagrande e Maurizio Micheli.
Il soggetto e la sceneggiatura, oltre che di Rubini, sono di Carla Cavalluzzi ed Angelo Pasquini. Produttori Agostino e Maria Grazia Saccà per Pepito produzioni, Marco Balsamo, Pietro Peligra, insieme a Nuovo Teatro, RS Productions e Rai Cinema.
Le riprese del film hanno avuto luogo in Campania, soprattutto a Napoli, al Teatro Sannazaro, mentre altre scene sono state filmate a Santa Maria Capua Vetere, presso il Teatro Garibaldi.
Abbastanza nota, almeno ai cinefili più attenti ed incuriositi, la storia della famiglia De Filippo. I tre fratelli, nati a Napoli tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, sono i figli illegittimi di Scarpetta, celebre attore e commediografo partenopeo. Costui provvide a mantenere economicamente i tre figlia avuti da Luisa, pur senza provare per loro un rispetto e l’orgoglio degno di un padre, preferendo il figlio legittimo Vincenzo a loro.
Esclusi dall’eredità paterna, dopo appunto il decesso di Scarpetta nel 1925, i tre dovettero provvedere alla loro sussistenza, seguendo il tragitto artistico del loro padre. Nonostante le loro reciproche incomprensioni, i distacchi privati e professionali, le delusioni da parte di impresari nonché talvolta del pubblico ancora non preparato al loro modo di recitare ed allestire gli spettacoli, i tre riusciranno a dare il via ad un nuovo modo di intendere e di interpretare il teatro popolare napoletano. In questo cammino, i De Filippo furono spesso affiancati da un altro grande interprete dell’arte partenopea, Antonio De Curtis noto al grande pubblico come Totò, coetaneo di Titina, nato nel 1898 come lei.
Natale in casa Cupiello, l’opera tragicomica di Eduardo del 1931, segnò il momento della definitiva affermazione e del riscatto . Il film sintetizza cronologicamente gli eventi successivi fino al 1944, quando i tre prenderanno di nuovo e per sempre delle strade differenti, affermandosi artisticamente e scrivendo la storia del teatro italiano.
Il regista Rubini parlando del film e dei suoi protagonisti ha affermato: “Li volevo raccontare come se fossero i Beatles, giovani donnaioli, traditori, litigiosi in una storia tutta italiana, una famiglia sgangherata che alla fine ce la fa. È una storia di riscatto e speranza di persone che alla fine ce l’hanno fatta, un messaggio positivo per tutti. Ho subito pensato a uno Scarpetta descarpettizzato e Giannini era perfetto nel ruolo di un predatore erotico pieno di fascino. Sto già pensando a un sequel che porti la storia dei tre fratelli fino al ’44“.
Antonio Lorusso Petruzzi, presidente dell’Istituto Capri nel mondo, ha aggiunto: “Un film che è progetto ambizioso, costruito con impegno negli anni. Un’opera già amatissima dal pubblico che ci racconta il trionfo del talento e la forza assoluta dell’arte. Siamo particolarmente felici di premiare Sergio Rubini, per questo lavoro appassionato, un racconto sull’Italia del primo 900 che resterà. Con la sua direzione ha valorizzato un gruppo di giovani e bravissimi attori che si sono confrontati con le vicende di mostri sacri del teatro“.