ETROUBLES. Il borgo della Valle d’Aosta, definito un museo a cielo aperto, è caratterizzato da sculture, pitture, installazioni sparse nelle vie e visibili sulle facciate delle case. Fino agli Anni Sessanta del Novecento nelle frazioni si potevano ammirare distese di frumento e segale, papaveri rossi e fiordalisi. A Etroubles sono passati diversi popoli, tra cui Romani, Ostrogoti, Bizantini, Carolingi, Saraceni, diretti verso il Gran San Bernardo, o in arrivo dalla Svizzera.
Nel tempo questo comune, vero e proprio gioiello italiano, è diventato un centro culturale importante, ricco di mostre e tradizioni, come la caratteristica “Veillà” che fa rievoca per una sera i vecchi mestieri della montagna, e il carnevale della “Comba Frèide” con i costumi napoleonici. Il turista che visita il paese può praticare lo sci, l’alpinismo, l’escursionismo, ma anche ammirare i fontanili con l’acqua fresca del monte Vélan, le abitazioni in pietra locale con le finestre contornate di bianco, le costruzioni in legno, i balconi fioriti, e le cinque cappelle che la parrocchia possiede nei villaggi di Bezet, Echevennoz, Eternod , Saint-Roch, e Vachéry.
Inoltre, qui sono nate la prima latteria sociale turnaria della regione nel 1853,oggi trasformata in museo, e la prima centralina idroelettrica della Valle del Gran San Bernardo, la Centrale Bertin del 1904, dove è stato installato un piccolo museo dell’energia.
Fotografie dalla pagina Facebook del Comune di Etroubles