Un aereo russo avrebbe bombardato un teatro di Mariupol, usato come rifugio da centinaia di civili. Presa di mira anche una piscina. La denuncia è delle autorità ucraine. Per il ministro degli esteri Kuleba si tratta di un “altro orrendo crimine di guerra“, mentre il consigliere del presidente Zelensky Podolyak parla di “migliaia di civili presenti nel teatro drammatico“.
Lo stesso Podolyak posta una foto satellitare in cui, nei due cortili del teatro, si legge la scritta “bambini“. Non si conosce il numero esatto delle vittime. Secondo gli amministratori locali, i civili all’interno erano più di 1000. La Russia sostiene di non essere responsabile del bombardamento del teatro e incolpa il battaglione degli ultranazionalisti Azov.
Il presidente americano Joe Biden ha annunciato ufficialmente l’invio di aiuti militari a Kiev per 800 milioni di dollari. Il capo della Casa Bianca ha definito per la prima volta Vladimir Putin un “criminale di guerra“. Parole considerate inaccettabili dal Cremlino. “Il presidente ha parlato con il cuore“, ha ribattuto il portavoce della Casa Bianca.
Un primo tassello giuridico, anche se solo simbolico, lo mette la Corte internazionale di giustizia, che ha dato ragione a Kiev, ordinando alla Russia di interrompere immediatamente l’invasione. “Vittoria completa”, ha commentato il presidente Zelensky, che ieri è intervenuto al Congresso americano. Non solo. La Corte ha anche smentito Putin che ha parlato di genocidio in Donbass. Lo scrive il ministro degli esteri Kuleba. “La Corte non ha trovato tracce di quello che Putin ha definito un genocidio, come scusa per l’invasione. L’attacco russo è non provocato e basato su un falso“.