Il presidente turco apre i colloqui tra le delegazioni ucraina e russa a Istanbul
“Una pace giusta non ha perdenti“. Con queste parole il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha aperto i lavori del nuovo round di negoziati “in presenza” tra Russia e Ucraina a Istanbul.
“Un conflitto prolungato non è nell’interesse di nessuno“, ha proseguito Erdogan. Da lui l’augurio che i colloqui conducano “ai risultati auspicati per entrambi i paesi, la regione e l’intera umanità“. Il processo negoziale “ha aumentato le speranze di pace e eccitato il mondo intero. In questo spirito, con tutto il cuore supportiamo i colloqui“, le parole del presidente turco, per il quale “di un cessate il fuoco beneficerebbero tutte le parti”.
Il negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak parla di “Difficili negoziati per la pace nel nostro paese“. E fissa gli obiettivi della trattativa: “Garanzie di sicurezza incondizionate per l’Ucraina, cessate il fuoco, decisioni efficaci sui corridoi e sui convogli umanitari, osservanza delle parti delle regole di guerra“. Il via al tavolo è stato preceduto da un faccia a faccia tra i due capi delegazione, David Arakhamia and Vladimir Medinsky, sulle “disposizioni fondamentali del processo negoziale“. In discussione c’è anche e soprattutto lo status di neutralità post bellico dell’Ucraina. Da parte sua, la delegazione di Mosca avverte che “Oggi o domani capiremo se c’è qualcosa di promettente o meno“. In ogni caso sarà emesso un comunicato al termine dei colloqui.
Il portavoce del Cremlino, oltre che del negoziato di Istanbul, in una conferenza stampa ha parlato anche dei difficilissimi rapporti con gli Stati Uniti. Anche se gli insulti del presidente americano Joe Biden a Vladimir Putin non aiutano, argomenta Dmitry Peskov, “Il dialogo tra Federazione Russa e Usa rimane necessario», nell’interesse del mondo intero. “In un modo o nell’altro, prima o poi dovremo parlare di questioni di stabilità strategica, sicurezza e così via”, aggiunge.
Ieri l’inquilino della Casa bianca, tornato a Washington, ha precisato di non voler ritrattare nulla di quelle parole, per le quali sono arrivate critiche da tutto il mondo e che il Dipartimento di Stato ha dovuto correggere. In particolare la frase “Putin non può restare al potere“. “Non mi scuso“, anche se, ha aggiunto, “Sono sentimenti personali“. E su Twitter, dall’account personale e non da quello del Presidente degli Stati Uniti, Biden ha rilanciato: “Un dittatore deciso a ricostruire un impero non cancellerà mai l’amore di un popolo per la libertà“.