Alla Stampa estera il presidente del Consiglio rivela il contenuto della telefonata di ieri con Putin
Durante la telefonata di ieri con Putin “ho chiesto se e quando fosse previsto il cessate il fuoco, anche breve, ma le condizioni non sono mature“. Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi rispondendo alle domande della Stampa estera a Roma. “Almeno – ha aggiunto – è stato aperto il corridoio a Mariupol. Per arrivare ad un accordo serve un incontro tra Zelensky e Putin“.
Continuando ad analizzare lo stato dei negoziati tra Ucraina e Russia, il capo del governo ha notato che le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate. “Per Putin ci sono stati passi avanti, in effetti le posizioni rispetto all’inizio si sono avvicinate. Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce ma dobbiamo stare con i piedi per terra“. Poi un messaggio a chi ha dubbi sugli aiuti, anche militari a Kiev e sulle sanzioni alla Russia: “Le sanzioni? Funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende, altrimenti non si arriva alla pace“.
Domani è in programma il vertice Unione europea-Cina, a cui, in forma telematica, parteciperà anche il presidente cinese Xi Jinping. Inevitabile quindi una domanda sul ruolo di Pechino nelle trattative sulla guerra in Ucraina. “Indubbiamente lo spazio per un ruolo cinese nella mediazione esiste ed è molto significativo, e verrà toccato sicuramente nel vertice tra Ue e Cina“, ha risposto Draghi, che ha sottolineato anche il ruolo fondamentale della Turchia. “Abbiamo concordato che Italia, Francia e Turchia si vedano per ricostruire e rinforzare le relazioni commerciali. Nelle prossime settimane ci sarà un incontro ma le relazioni con la Turchia sono molto migliorate“. Nella telefonata con Putin si è parlato anche di quanto potrà fare Roma: “L’Italia – ha rivelato Draghi – è richiesta come garante sia dall’Ucraina che dalla Russia, ma è presto per parlare dei contenuti, occorre aspettare l’esito dei negoziati“.
L’Italia continuerà a pagare le forniture di gas in euro. Lo ha confermato lo stesso Putin nella telefonata con Draghi. “I contratti vigenti rimangono in vigore – ha spiegato l’ex presidente della Bce – le aziende europee continueranno a pagare il gas in euro o in dollari. Da quello che ho capito, la conversione in euro o in rubli spetta a Mosca, ovvero è un fatto interno alla Federazione russa. La sensazione che ho avuto io è che non sia affatto semplice cambiare la valuta di pagamento senza alterare i contratti“. Poi una ammissione: “Germania e Italia stanno finanziando, insieme a tutti i paesi importatori di gas, di grano, la guerra russa. Non c’è dubbio. Per questo nel Consiglio europeo abbiamo spinto per un “price cap” sul gas“.
Il Senato ha votato la fiducia al Senato sul decreto Ucraina con 214 sì e 35 no. Nessun sorpresa dunque, e lo scontro con Giuseppe Conte sembra rientrato. Draghi ha voluto quindi chiudere la polemica con il Movimento 5 stelle sull’aumento delle spese militari affermando che “non c’è disaccordo nella maggioranza“. Il rispetto dell’accordo con la Nato passa dall’aumento al 2% del Pil entro il 2028. Draghi rivela inoltre che “nel Def non è prevista alcuna indicazione specifica di spese militari“.
Prima della conferenza alla stampa estera, Draghi ha presieduto un Consiglio dei ministri lampo, nel quale di è decisa la data delle prossime elezioni amministrative. Ci sarà un election day il 12 giugno: si voterà cioè sia per le amministrative che per i referendum sulla giustizia. Il secondo turno si svolgerà il 26 giugno.