Mentre i russi in Ucraina continuano a bombardare le città senza entrarci, la Ue discute sul caro energia
Arrivano segnali di un cambio di strategia della Russia nella guerra in Ucraina. Il primo è arrivato ieri dallo stato maggiore russo, che ha, per la prima volta, fissato come obiettivo primario la “liberazione” del Donbass. Nella notte poi i carri armati russi si sono allontanati da Kiev.
Questo potrebbe significare che l’idea iniziale di conquistare tutta l’Ucraina in poche settimane sia fallita e che Mosca ora si concentri sul Donbass per ottenere una “vittoria” da portare al tavolo della pace. Il risvolto negativo, è che l’esercito russo continua a martellare con bombe e colpi di artiglieria le città, aumentando le vittime civili, come spiega l’ultimo aggiornamento dell’intelligence britannica. “La Russia continua ad assediare alcune grandi città come Kharkiv, Chernihiv e Mariupol“, dove infatti sono risuonate più volte le sirene dell’allarme aereo. “Le forze russe quindi sono riluttanti a ingaggiare operazioni urbane di fanteria su larga scala, preferendo i bombardamenti indiscriminati“. E’ probabile che la Russia continui a usare la potenza di fuoco sulle aree urbane, anche per limitare le sue “già considerevoli” perdite, a prezzo però di ulteriori vittime civili.
A Bruxelles nel Consiglio europeo si è parlato soprattutto di energia. Alla sessione del mattino ha partecipato anche il presidente americano Joe Biden, con il quale l’Unione europea ha siglato un accordo. L’obiettivo è ridurre la dipendenza del vecchio continente dal gas russo. Gli Stati Uniti quest’anno forniranno all’Europa 15 miliardi di metri cubi di lng (gas naturale liquefatto) aggiuntivi, per poi arrivare a 50 miliardi di metri cubi entro il 2030.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato di “passi avanti”. Ci sono in effetti volute 9 ore di discussione per arrivare ad un testo condiviso sui temi energetici. I punti su cui si è trovata l’intesa riguardano in primo luogo gli stoccaggi, che saranno comuni. Chi ha più infrastrutture di stoccaggio le metterà a disposizione di tutti i paesi. E poi il problema dei prezzi esagerati. Per calmierarli, si punta sugli acquisti collettivi volontari, per evitare la concorrenza interna che favorisce i fornitori e, anzi, usare il potere contrattuale collettivo quando si acquista il gas, come spiega la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. No comune anche all’imposizione di Putin di pagare in rubli le forniture di gas russo.
Posizioni ancora distanti su due proposte in particolare italiane: lo sganciamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas e il price cap, cioè il tetto al prezzo. Misure che richiedono una riforma del mercato dell’energia e a cui alcuni paesi, come Olanda e Germania, sono contrari. Tutto rinviato a maggio, quando la Commissione presenterà ai 27 il suo pacchetto di proposte.