• 21 Novembre 2024
  • POLITICA

Guerra in Ucraina, Draghi: “Non ci voltiamo dall’altra parte”

Il presidente del Consiglio in Senato: "Attacco Russia è svolta decisiva della storia, non si può dare per scontata la pace"

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea“. Comincia con queste parole l’intervento in Aula al Senato del presidente del Consiglio Mario Draghi, tornato in parlamento per una nuova informativa sulla crisi Ucraina. Secondo Draghi “molti si erano illusi” che potessimo “dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici“. Ora invece “Le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni“.

“L’Italia non si volterà dall’altra parte”

L’aggressione della Russia ad un paese vicino ci porta indietro di oltre 80 anni“, aggiunge Draghi. “Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme“. Per questo “l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte. Per questo l’Italia fornirà anche supporto bellico all’Ucraina: “A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati“.

“Serve reazione unitaria”

Tutte le mosse di Putin, dal riconoscimento della Repubbliche separatiste all’invasione dell’Ucraina, fino alla minaccia dell’arma nucleare, “ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria. Tollerare una guerra d’aggressione nei confronti di uno Stato sovrano europeo vorrebbe dire mettere a rischio, in maniera forse irreversibile, la pace e la sicurezza in Europa. Non possiamo lasciare che questo accada“.

“Non tutti i russi sono d’accordo con Putin”

Draghi poi sottolinea che non tutti i russi sono d’accordo con Putin: “Dall’inizio dell’invasione – spiega il premier – sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina – 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il loro coraggio“.

Preoccupa la Bielorussia

L’ex presidente della Bce aggiunge che “i piani di Mosca per un’invasione rapida e una conquista di ampie fasce del territorio ucraino in pochi giorni sembrano fallire“, anche grazie “all’opposizione coraggiosa dell’esercito e del popolo ucraino e all’unità dimostrata dall’Unione Europea e dai suoi alleati” e alle sanzioni. Ma a preoccupare è anche la scelta della Bielorussia, alleata di Putin, di rinunciare al suo status di paese denuclearizzato. Potrebbe essere il preludio al dispiegamento di armamenti nucleari russi sul suo territorio.

Agli italiani residenti in Ucraina: “Lasciate il paese”

Draghi torna poi a raccomandare agli italiani presenti in Ucraina, circa 2300 di cui 1600 residenti, di lasciare il paese con ogni mezzo, compresi i treni negli orari in cui non vige il coprifuoco.

Con decreto Ucraina nessuna conseguenza per gli italiani

Il capo del governo quindi ricorda il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che istituisce lo stato di emergenza umanitario fino al 31 dicembre di quest’anno, che serve a prendere decisioni rapide nell’ottica degli aiuti all’Ucraina. “È un impegno di solidarietà – tiene a precisare Draghi – che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19“.

“Unione europea e Nato sempre uniti e fermi”

Precisato che la presenza militare italiana in Romania in ambito Nato sarà aumentata, e che sono già pronti due gruppi, uno formato da 1400 militari, l’altro di ulteriori 2000, Draghi ricorda di aver partecipato a varie riunioni internazionali: “In questi incontri, l’Unione Europea e gli alleati hanno dato costantemente prova di fermezza e di unità. Abbiamo adottato tempestivamente sanzioni senza precedenti“.

“Nel breve periodo, nessun problema per il gas”

Draghi quindi rassicura sull’emergenza energia: anche se il flusso di gas dalla Russia dovesse interrompersi del tutto, la bella stagione in arrivo e gli stoccaggi di miliardi di metri cubi mettono al sicuro l’Italia, almeno nell’immediato. “Nel breve termine – spiega Draghi – questo non dovrebbe comportare seri problemi“. Infine, il presidente del Consiglio ha chiesto il sostegno del Parlamento, che consisterà nell’approvare una risoluzione che consenta al governo l’attivazione dello stato di emergenza. Tutti i gruppi o quasi hanno fatto sapere che non faranno mancare il loro voto.

Emanuele Iacusso

Classe 1971, studi di filosofia, giornalista professionista. Si occupa da 20 anni di politica, come assiduo frequentatore di Palazzi romani. Ha lavorato lungamente in radio e in televisione, presso importanti network nazionali. Tra le passioni i motori, l'astronomia e lo sport.

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