A settant’anni dalla scoperta della grotta, sulla montagna di Toirano, in Liguria, una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale eLIFE, ha permesso di comprendere il senso delle moltissime orme di animali e persone individuate durante le prime esplorazioni, ricostruendo il lungo percorso di questo gruppo del Paleolitico Superiore.
Lo studio, condotto anche dal MUSE di Trento per l’analisi delle tracce di frequentazione della grotta, per i rilievi e la modellizzazione tridimensionale, è stato promosso dalla Soprintendenza archeologica della Liguria e ha consentito, tra le altre cose, di ricostruire per la prima volta al mondo una camminata a carponi ‘fossile’.
Esplorazione virtuale della grotta con ricostruzione del gruppo che procede nel corridoio delle impronte per raggiungere le sale più interne. (produzione MUSE – Isabella Salvador e Filippo Menolli)
LE RICERCHE
La Grotta della Bàsura fu scoperta nel suo attuale sviluppo il 28 maggio 1950, dopo la demolizione, da parte di alcuni ragazzi di Toirano, di una stalagmite che ostruiva l’accesso ai cunicoli interni.
A partire dal 2014, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona ha promosso la ripresa degli studi e delle ricerche scientifiche integrando scavi paleontologici e archeologici, datazioni radiometriche, analisi polliniche e antracologiche, analisi sedimentologiche e micromorfologiche, rilievi 3d e studio delle orme e delle tracce umane ed animali.
Planimetria della “Grotta della Bàsura” con la localizzazione schematica delle orme umane, di orso e di canidi. I rettangoli bianchi comprendono i modelli tridimensionali ottenuti tramite rilievi laser scanner della sala più interna (“Sala dei Misteri” – a sinistra) e del principale corridoio di accesso (“Corridoio delle impronte” – a destra) (elab. Isabella Salvador)
Rilievo tridimensionale mediante laser scanner della “Sala dei Misteri” (foto Marco Avanzini)
Orme umane impresse su substrati a diversa plasticità – dal fango molle al suolo quasi completamente consolidato (foto Marco Avanzini)
Rilievo preliminare su fogli lucidi utilizzato come riferimento dei rilievi di dettaglio (foto Isabella Salvador)
Grotta della Bàsura – Studio delle orme nel cunicolo inferiore del “Corridoio delle impronte” (foto Isabella Salvador)
Il substrato argilloso concrezionato del “Corridoio delle impronte” dove sono conservate le impronte di piedi, ginocchia e mani vecchie di 14.000 (foto Isabella Salvador)
Grotta della Bàsura – Rilievo speditivo delle impronte su fogli lucidi (foto Isabella Salvador)
Rilievo fotogrammetrico della superficie sulla quale sono impresse le impronte nel cunicolo inferiore del “Corridoio delle impronte” (foto Isabella Salvador)
LO STUDIO DELLE ORME UMANE
A partire dal 2016, sono state studiate più di 180 tracce umane e animali che ora, analizzate e contestualizzate con grande dettaglio grazie a rilievi morfometrici tridimensionali, analisi statistiche, parametri e tecniche della medicina forense.
Nella prima fase di studio, condotta tra 2016 e 2017, l’attenzione è stata concentrata sulle orme della ‘Sala dei misteri’ rivelando, tramite l’uso di formule biometriche, come tutte le impronte fossero riconducibili a tre soli individui: un bambino di età inferiore ai tre anni alto circa 87 cm, un bambino di sei-sette anni alto circa 110 cm e un preadolescente, di circa undici anni, alto circa 135 cm. Lungo il percorso, i tre si sono mossi lasciando sulle pareti segni carboniosi e impronte di mani. Il più piccolo ha scavato una buca accucciato nell’argilla, che gli altri due hanno spalmato poi sulla roccia in lunghe scie sinuose.
Selezione di tracce parziali e in punta di piedi e impressioni di ginocchia conservate nel ‘Corridoio delle impronte’ che hanno permesso di ricostruire l’andatura a carponi dei due individui di dimensioni maggiori. a) traccia delle dita (C44) e del ginocchio (C45) dell’individuo più grande; b) tracce di ginocchia (C45, C42 and C41) impresse nel fango saturo d’acqua. c) tracce delle estremità dei piedi impresse nel fango (C26, C44 and C44b). d1) calco degli anni ’50 del secolo scorso nel quale sono visibili due ginocchia (C41 and C42) e due piedi (C44, C44b); d2) modello digitale realizzato mediante laser HDI 3D Scanner in laboratorio MUSE 3d; d3) Elaborazione con curve di livello; d4) schizzo interpretativo delle orme umane. Nella traccia di ginocchio sono riconoscibili la rotula (a), il vasto mediale (b), la testa della fibula (c), il legamento rotuleo (d) e la tuberosità tibiale (e). (elab. Isabella Salvador e Marco Avanzini)
Orma di grandi dimensioni conservata nel corridoio delle impronte. a) calco in gesso eseguito poco dopo la scoperta negli anni ’50 del secolo scorso; b) modello digitale ottenuto mediante laser HDI 3D Scanner in laboratorio MUSE 3d; c) Elaborazione con curve di livello; d) schizzo interpretativo dell’orma umana con sovraimpressa l’orma di un lupo o cane (elab. Isabella Salvador e Marco Avanzini)
Orme appaiate di uno stesso individuo (C61 e C63) che si era fermato accucciato nel corridoio delle impronte. a) calco in gesso eseguito poco dopo la scoperta negli anni ’50 del secolo scorso; b) modello digitale realizzato mediante laser HDI 3D Scanner in laboratorio MUSE 3d; c) Elaborazione con curve di livello; d) schizzo interpretativo delle orme umane con evidenziata una terza orma mal preservata (elab. Isabella Salvador e Marco Avanzini).
Una seconda fase della ricerca, condotta sulle orme presenti lungo il ‘Corridoio delle impronte’ tra 2017 e 2018, ha rivelato che i tre bambini erano affiancati da due adulti, alti tra 150 e 167 cm, i quali avevano tracciato la via lungo i tortuosi cunicoli di accesso, attraversando stretti passaggi obbligati e procedendo a carponi per lunghi tratti.
È proprio questo l’aspetto più interessante dello studio: in un cunicolo alto appena 80 cm, è stata per la prima volta al mondo ricostruita una camminata umana a carponi ‘fossile’, grazie alle impronte di ginocchia e metatarsi impresse nell’argilla del pavimento.
6. Ricostruzione del percorso seguito nell’esplorazione della grotta. Nello schema B) è rappresentata schematicamente la sezione e la planimetria di una parte del “Corridoio delle Impronte” con tre dei protagonisti (elab. Isabella Salvador e Marco Avanzini)
Analisi statistica delle componenti principali (PCA) delle orme della grotta della Bàsura basata su una serie di punti di riferimento omologhi per ogni traccia. L’elaborazione automatica lega le orme con caratteristiche simili e mostra cinque raggruppamenti che corrispondono ai cinque individui che esplorarono la grotta. (elab. Marco Romano e Isabella Salvador)
Ricostruzione ideale basata sulle tracce del corridoio delle impronte dell’attraversamento del cunicolo più basso della grotta (disegno Marco Avanzini)
Ricostruzione dei tre bambini che arrivarono nella sala dei Misteri: un adolescente di circa 12 anni, un bambino di 7 e uno di 3/4 (disegno Marco Avanzini)
L’impronta
di un ginocchio, in particolare, è così ben impressa da mostrare
dettagli anatomici sorprendenti, quali la rotula e le inserzioni dei
principali muscoli della gamba. La distanza
tra l’impronta del ginocchio e delle dita del piede della stessa gamba
ha inoltre permesso di ricavare la lunghezza della tibia di uno degli
adulti, parametro fondamentale per ricavare le dimensioni di un corpo.
Il fatto, infine, che gli esploratori fossero a gambe nude e che non avessero interferito con gli orsi che usavano la grotta come dormitorio invernale, suggerisce che l’esplorazione dell’ambiente ipogeo ebbe luogo in tarda primavera o in estate.
Classe 1976, fondatore del quotidiano web nazionale il Valore Italiano e del quotidiano locale Torino Top News. Oltre a ricoprire l'incarico di editore e giornalista pubblicista è un imprenditore impegnato nel settore della moda e della contabilità.
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