• 23 Dicembre 2024
  • POLITICA

Governo Draghi, nella roadmap vaccini e lavoro: l’appello di Damiano

Il Governo Draghi si sta ponendo una sorta di roadmap perché , se mai riuscisse a formarsi infatti oggi per Draghi parte il secondo giro di consultazioni, ci sono degli obiettivi imprescindibili da raggiungere affinché l’Italia a livello economico possa rimettersi in piedi. Tra questi nei punti fondamentali rientrano certamente i vaccini, senza di questi difficilmente si riuscirà ad uscire dall’incubo in cui l’Italia è piombata circa 1 anno fa, ed il lavoro, senza lavoro, investimenti di lungo periodo orientati alla crescita economica e della ripresa non vi sarebbe possibilità alcuna di ripresa duratura. Per Draghi però non sarà un’eventuale proroga del blocco dei licenziamenti a risollevare un mercato in cui sono ormai andati a picco migliaia di posti, che vedrà molte imprese a ricorrere ad uno snellimento obbligato per poter sopravvivere.

Mario Draghi nei giorni scorsi ha comunque delineato la scaletta delle priorità nel suo discorso al Quirinale: “la consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione”, ed ha poi elencato le priorità: completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini, rilanciare il Paese. Vediamo sulla questione vaccini e cassa integrazione gli ultimi interventi di Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e presidente del centro studi Lavoro&Welfare, che pare quasi lanciare, nelle ultime note stampa, una sorta di appello al futuro Governo e soprattutto al suo futuro premier, verso cui prova stima e fiducia. Le sue parole sulle due tematiche di cui sopra:

Governo Draghi: deve sbrogliare la matassa e procedere nella campagna vaccini

Mi auguro che Draghi riesca nell’impresa. Pare, dai primi colloqui, che un Governo si possa formare, con la partecipazione di una coalizione di partiti che vanno al di là della vecchia maggioranza, primo fra tutti Forza Italia”. Poi prosegue Damiano: “Tatticamente ogni partito, adesso mette i suoi ‘paletti’: starà a Draghi sbrogliare la matassa alzando la qualità della proposta politica e dotandola di quella capacità di visione e di strategia che gli appartiene e della quale l’Italia ha assolutamente bisogno. È l’ultima occasione che abbiamo se non vogliamo rischiare un tracollo economico e sociale.

Dal canto nostro vogliamo fornire un piccolo contributo sui temi considerati prioritari dal Premier incaricato, a partire da quello dei vaccini. Basandoci, spiega, sui Report del centro studi di Lavoro&Welfare. “Al 4 febbraio sono 2,3 milioni le dosi somministrate e 950mila i vaccinati con la seconda dose. La media delle vaccinazioni, dal 31 dicembre scorso, e’ di 64mila al giorno, una cifra in aumento (a febbraio siamo saliti a 82mila al giorno). Per concludere entro l’estate (agosto) le prime due fasi previste dal Piano vaccinale, sono necessarie 54 milioni di dosi per vaccinare due volte 27 milioni di persone. Questo significa arrivare a circa 300mila somministrazioni al giorno“. Poi conclude: “Per vaccinare per due volte 40 milioni di italiani entro dicembre, la cosiddetta immunità di gregge, occorrerebbero almeno 230mila vaccinazioni al giorno. Adesso la nostra velocità rappresenta circa un terzo di quella che sarebbe necessaria“. Fa bene Draghi a considerarla una priorità”. Altra  preoccupazione e sulla cassa integrazione e sul blocco dei licenziamenti, vediamo le parole di Damiano, che su questo tema è molto attivo da mesi ormai.

Governo Draghi e Cassa integrazione: necessario bloccare i licenziamenti per aziende che usano CIG

Così Damiano sulla questione CIG: “Uno degli scogli che il Premier incaricato dovrà affrontare, se si formerà il Governo come noi ci auguriamo, è la ghigliottina del 31 marzo, quando scadranno contemporaneamente la Cassa Integrazione Covid e il blocco dei licenziamenti.

“Il 2020, dai dati che emergono dal centro studi di Lavoro&Welfare, si chiude con oltre 4 miliardi e 300 milioni di ore di Cassa Integrazione autorizzate dall’INPS, che equivalgono a un +1467% rispetto al 2019. In chiave storica l’apice precedentemente toccato dalla CIG è il 2010, quando vennero autorizzate 1 miliardo e 200 milioni di ore. Oggi siamo in una dimensione che corrisponde a 3,5 volte tanto.

Così spiega Damiano in una delle sue ultime nota stampa AGI “Se traduciamo la Cassa Integrazione autorizzata del 2020 in lavoratori, è come se fossero rimasti fuori dalla produzione per un anno intero circa 2,5 milioni di lavoratori a tempo pieno”.  Il già ministro del lavoro e presidente del Centro Studi Lavoro&Welfare aggiunge poi:  “Poiché sappiamo che le ore di CIG realmente consumate rappresentano il 50% di quelle autorizzate dall’INPS, si può tranquillamente affermare che sono stati tutelati dalla Cassa Integrazione nel 2020 più di un milione di lavoratori. Un dato reale e impressionante”.

Occorre aggiungere che sempre secondo i calcoli di Lavoro&Welfare, il lavoratore metalmeccanico medio che percepisce uno stipendio netto di 1.400 euro, ci rimette in un mese di Cassa 460 euro: infatti il tetto è a 940 euro. Che cosa fare allora? Sicuramente è opportuno sancire un principio: chi utilizza la CIG non può licenziare. Mi sembra ovvio. Ma la vera domanda è: chi può prolungare oltre marzo l’utilizzo della Cassa Integrazione e, quindi, il blocco dei licenziamenti? A questo punto occorre osservare l’andamento della crisi in base ai settori”.

Secondo i nostri dati, nel 2020 l’industria metalmeccanica ha il più alto numero di ore di CIG, ma cresce del 736% rispetto al 2019, mentre il commercio, con le stesse ore, cresce del 5.419%. Le differenze esistono, ma la crisi permane anche nei settori meno esposti. Il nostro suggerimento è semplice: le tutele, CIG e blocco dei licenziamenti, vanno tenute finché dura la pandemia (fine 2021?); eventuali alleggerimenti vanno valutati attentamente, settore per settore, ma con il coinvolgimento delle parti sociali, le uniche che hanno veramente il polso della situazione”

Insomma il lavoro di Draghi, se riuscisse a formare il Governo, non sarà affatto semplice in quanto ha nelle mani il destino del Paese, una sfida dura, ma che come molti esperti del settore dicono ‘pare essere capitata nelle mani giuste’ data la competenza e l’esperienza dell’ex numero uno della BCE.

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

Articoli correlati