Al Senato si ricordano le vittime delle foibe, ma non sono mancate le polemiche
“Con il giorno del ricordo continuiamo il cammino di riconciliazione e rendiamo omaggio a tutte le vittime di quegli anni, italiane e slave“. Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi, nell’Aula del Senato, durante la celebrazioni per il giorno del ricordo delle foibe, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il premier ha fatto riferimento agli italiani uccisi o costretti a lasciare la propria terra. “Le loro storie – ha ammonito Draghi – sono un avvertimento quanto mai attuale dal pericolo rappresentato dai totalitarismo e dalla violenza politica“.
Le celebrazioni sono iniziate questa mattina, con il messaggio inviato da Mattarella: “È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre“, ha scritto il capo dello Stato.
E non sono mancate, come sempre, le polemiche. Ha iniziato ieri il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, tornato ad attaccare, come già accaduto in passato, il giorno del ricordo. E lo ha fatto organizzando un seminario dal titolo “Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del ricordo“.
L’altra è nata da un messaggio inviato dal ministero dell’Istruzione alle scuole. Un paragone tra le Foibe e la Shoah ha provocato le proteste dell’associazione dei partigiani e di esponenti politici. Questo il passaggio incriminato: “Il Giorno del Ricordo e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a comprendere che, in quel caso la “categoria” umana che si doveva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla “categoria” degli ebrei“. E’ dovuto intervenire il ministro Bianchi, che ha corretto il tiro: “Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri“, ha affermato il titolare dell’Istruzione.