Nel 2022 in Italia i giornalisti minacciati sono stati il doppio rispetto all’anno precedente. Lo rende noto Ossigeno per l’Informazione, in occasione della presentazione degli ultimi dati sulle minacce ai giornalisti e sulle notizie oscurate con la violenza .
Secondo l’osservatorio sono inoltre diminuite le denunce dei minacciati alle forze dell’ordine ed è cresciuta la quota di querele e cause per diffamazione a mezzo stampa temerarie e strumentali.
Nei primi nove mesi del 2022 sono stati minacciati 564 giornalisti, il 100% in più dei 288 dello stesso periodo del 2021. Nello specifico sono stati registrati 173 episodi di intimidazioni e minacce nei confronti di 564 operatori dei medi. Il 29% è costituito da donne, colpite per il 36% da minacce gender based.
In particolar modo è aumentata la parte di intimidazioni e minacce realizzata attraverso querele e cause per diffamazione a mezzo stampa pretestuose o infondate che mostrano il lato italiano di quell’ “uso scorretto del sistema giudiziario” denunciato dell’UNESCO in uno studio appena pubblicato.
Queste intimidazioni e minacce sono aumentate in proporzione alle altre, cioè a quelle che si sono manifestate con aggressioni, avvertimenti, e altri metodi violenti. Quest’ultimo aspetto rende il quadro italiano ancor più preoccupante.
Questo andamento trova conferma nei dati pubblicati dal Centro di Osservazione del Ministero dell’Interno, che quest’anno ha registrato meno episodi dell’anno precedente. Il Centro del Viminale tiene sotto osservazione la parte violenta delle intimidazioni, cioè quella di cui vengono a conoscenza le forze dell’ordine.
Dall’analisi dei dati emerge come nei primi 9 mesi del 2022 non ci siano state meno minacce ai giornalisti, bensì che meno giornalisti hanno denunciato le minacce a loro danno.
Ciò significa che i giornalisti italiani denunciano le minacce meno spesso di prima. Probabilmente il motivo è che ripongono meno fiducia negli interventi delle autorità, sono più rassegnati o semplicemente hanno più paura di prima. E perciò subiscono più spesso senza reagire.
Ipotesi che saranno oggetto di un approfondimento da parte dell’associazione Ossigeno per l’Informazione, con la speranza che questo allarme venga raccolto e “spinga a capire meglio l’andamento del fenomeno e a intensificare le attività per sensibilizzare il mondo del giornalismo, le forze politiche, il Parlamento, il Governo ad adottare opportune contromisure, ognuno per la propria parte”.
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