Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nasce in Grecia il 10 luglio 1888 da genitori italiani, di origini siciliane e genovesi. L’artista, che non solo dipingerà, ma lavorerà anche per il teatro e all’illustrazione di alcune opere letterarie come, ad esempio, “I Promessi sposi” di Manzoni, nei primi anni del Novecento frequenta il Politecnico, per poi studiare all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Sono gli anni in cui si dedica allo studio di Arnold Böcklin e Max Klinger, e legge con acceso interesse Nietzsche, Schopenhauer, e Weininger. Dopo diversi trasferimenti in alcune città italiane, a Firenze de Chirico cerca di esprimere, attraverso la sua pittura, “quel forte e misterioso sentimento che avevo scoperto nei libri di Nietzsche: la malinconia delle belle giornate d’autunno, di pomeriggio, nelle città italiane”. Nascerà così il suo primo quadro metafisico “L’énigme d’un après-midi d’automne”, ispirato da una visione avuta in Piazza Santa Croce.
Viaggiando, giunge a Parigi, dove è subito notato da Picasso e da Apollinaire, quest’ultimo, con cui de Chirico inizierà una collaborazione, tanto entusiasta delle sue opere da recensisce la mostra che l’artista realizza nel suo studio, definendolo: “il pittore più sorprendente della giovane generazione”. E, in effetti, subendo il fascino di differenti correnti, de Chirico conoscerà l’ambiente Dada di Tristan Tzara e della rivista “Dada 2”, pur continuando a tenersi in contatto con l’ambiente parigino. Nel 1919 arriva l’occasione della sua prima mostra personale a Roma, quando riscopre i grandi artisti nei musei, in particolare dei maestri italiani del Rinascimento, dai quali inizia e inizia a fare copie.
Tra il 1925 e il 1929 s’ispira al mito mediterraneo con temi quali gli Archeologi, i Cavalli in rivaal mare, i Trofei, i Paesaggi nella stanza, i Mobili nella valle, e i Gladiatori, anche se sarà criticato dai surrealisti. Dipinge, inoltre, anni dopo, vite silenti, ritratti, e nudi femminili. E ancora, esporrà a New York, e, al termine della Seconda Guerra Mondiale, prenderà residenza a Roma, sarà nominato membro della Royal Society of British Artists, e negli anni tra il 1968 e il 1978 dipingerà opere sulla meditazione, rielaborando soggetti della sua pittura e arte grafica degli Anni Dieci, Venti e Trenta. Lavorerà ancora molto, sarà insignito del titolo di Accademico di Francia, e, nel 1978, morirà a Roma all’età di 90 anni. La casa-museo di Giorgio de Chirico occupa i tre piani superiori del seicentesco Palazzetto dei Borgognoni in Piazza di Spagna a Roma.
Simona Cocola