Non si fa attendere la reazione dura e chiara di Giorgia Meloni a seguito della diffusione del nuovo audio in cui Silvio Berlusconi esprime forti perplessità sulla volontà di Zelensky di sedersi ad un tavolo con Putin e porre definitivamente fine al conflitto. Anzi addirittura accusa il premier ucraino, dopo il suo insediamento, di aver triplicato gli attacchi nelle due neocostituite repubbliche del Dombass.
La premier in pectore ribadisce la posizione europeista e atlantista del governo, e addirittura minaccia di far saltare un esecutivo che ancora non si è ufficialmente formato se tutti gli alleati non saranno schierati al fianco dell’Ucraina e del popolo ucraino. “Su una cosa sono stata, sono, e sarò sempre chiara – scrive in una nota la presidente di Fratelli d’Italia – Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo“.
“L’Italia con noi al governo – assicura Meloni – non sarà mai l’anello debole dell’Occidente, la nazione inaffidabile tanto cara a molti nostri detrattori. Rilancerà la sua credibilità e difenderà così i suoi interessi. Su questo chiederò chiarezza a tutti i ministri di un eventuale governo. La prima regola di un governo politico che ha un forte mandato dagli italiani è rispettare il programma che i cittadini hanno votato“.
Dopo il polverone mediatico sollevato e il commento a muso duro della leader di FdI Berlusconi si difende. In una lunga nota afferma: “In 28 anni di vita politica la scelta atlantica, l’europeismo, il riferimento costante all’Occidente come sistema di valori e di alleanze fra Paesi liberi e democratici sono stati alla base del mio impegno di leader politico e di uomo di governo“.
“Come ho spiegato al Congresso degli Stati Uniti, l’amicizia e la gratitudine verso quel Paese fanno parte dei valori ai quali fin da ragazzo sono stato educato da mio padre. – ricorda il Cavaliere, che poi sferra un attacco ai detrattori, rei di aver mistificato deliberatamente il suo pensiero – Nessuno, sottolineo nessuno, può permettersi di mettere in discussione questo. Non può certamente permettersi di farlo la sinistra, che tante volte è stata dalla parte sbagliata della storia. Tantomeno la sinistra del Partito Democratico, che anche alle ultime elezioni, meno di un mese fa, era alleata con i nemici della NATO e dell’Occidente. Tutto questo però non esisterebbe, se non vi fosse in Italia la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto, e appunti fotografati con il teleobiettivo, con un metodo non solo sleale ma intimidatorio. Un metodo soprattutto che porta a stravolgere e addirittura a rovesciare il mio pensiero, usando a piacimento brandelli di conversazioni, attribuendomi opinioni che stavo semplicemente riferendo, dando a frasi discorsive un significato del tutto diverso da quello reale. La colpa non è degli organi di informazione, ovviamente costretti a diffondere queste notizie, è di chi usa questi metodi di dossieraggio indegni di un Paese civile. Senza questo, non sarebbe necessario ribadire l’ovvio”.
Infine l’ex premier ribadisce la propria posizione atlantista, domandando a se stesso e agli interlocutori se sia lecito porsi delle domande sulle cause che hanno scatenato il conflitto in Ucraina: “La mia posizione personale e quella di Forza Italia non si discostano da quella del Governo Italiano, dell’Unione Europea, dell’Alleanza Atlantica né sulla crisi Ucraina, né sugli altri grandi temi della politica internazionale. Lo abbiamo dimostrato in decine di dichiarazioni ufficiali, di atti parlamentari, di voti alle Camere. Interrogarsi sulle cause del comportamento russo, come stavo facendo, ed auspicare una soluzione diplomatica il più rapida possibile, con l’intervento forte e congiunto degli Stati Uniti e della Repubblica cinese, non sono atti in contraddizione con la solidarietà occidentale e il sostegno al popolo ucraino. Del resto alla pace non si potrà giungere se i diritti dell’Ucraina non saranno adeguatamente tutelati“.