Siamo alla soglia dell’anno 2022 e si può dire che sono molti i passi in avanti fatti nel tempo per quanto riguarda la parità di genere, anche se vi è ancora strada da fare. Una tra le questioni che maggiormente colpisce è quella legata al perdurare delle distinzioni tra giochi da maschio e giochi da femmina. Ad oggi le identità vivono profondi cambiamenti, ma continuano a persistere determinati stereotipi legati alle differenze di genere.
A tal proposito, sul mercato risultano evidenti i giochi più avventurosi rivolti esclusivamente per i bambini (macchinine, dinosauri, etc.) o i giochi destinati ai ruoli casalinghi rivolti alle bambine (bambole, giochi che richiamano la pulizia della casa e la cura della prole, etc.). Così come i colori associati, infatti ancora oggi vi sono le distinzioni tra questi giocattoli nelle pagine dei cataloghi o dei volantini pubblicitari: rosa per “lei” e blu per “lui”.
D’altro canto molti sono i messaggi impliciti che si trovano dietro ai giocattoli per bambini: il gioco più costoso sembra essere sinonimo di “gioco migliore”, di qualità; quello più tecnologico sembrerebbe classificato per “più intelligente”; o quello più colorato per “più divertente”, e così via.
Secondo alcune ricerche, gli esperti sostengono che le scelte di genere siano importanti perché rafforzano l’identità biologica, ma che altrettanto fondamentale sia favorire un’educazione “arcobaleno”. In altre parole, la cosa migliore sembra sia quella di scegliere i giocattoli che possano avvicinare i bambini tra loro, maschi o femmine che siano, in modo da aiutarli a comprenderne le diversità e a sperimentare gli interessi di ciascuno.
Vi sono nazioni nei quali i ruoli della società sono diversi dai nostri, luoghi in cui il genere femminile assume molti più ruoli “maschili” rispetto a quanto accade in Italia. E la stessa cosa sembra valere per i giocattoli, in cui tutti i bambini sono liberi di giocare a ciò che desiderano perché questo non determinerebbe la loro identità o la loro inclinazione sessuale futura, bensì determinerebbe esclusivamente le loro abilità.
È piuttosto semplice rendersi conto di come, nella nostra società, la differenza tra i sessi sia una caratteristica ben evidenziata sin dalla nascita. Ma bambini e bambine hanno realmente differenze significative nel loro modo di giocare e nelle loro capacità? Come si può distinguere un gioco da maschio da uno da femmina? Ci si basa sui colori o su quanto il gioco risulta essere avventuroso?
La risposta degli esperti è chiara: non ci sono giochi da maschio e giochi da femmina. Non esiste diversità di genere in un giocattolo, questo perché ogni gioco permette al bambino di sviluppare determinate abilità.
Nella maggior parte dei casi, quando si entra in un negozio per acquistare un giocattolo, una delle prime domande che i commessi rivolgono è: “È per un bambino o una bambina?”. Se lasciati liberi di esprimersi si potrà notare che sia i maschi che le femmine hanno ognuno i propri interessi e preferenze, che si arricchiscono nel tempo e che mutano nel corso dello sviluppo.
Per citarne alcuni esempi: le macchinine e le moto sono per lo più catalogate nei giochi da maschio, il genere femminile non prende la patente e non guida? Un set con tazzine, teiera e caffettiera sono invece inseriti nei giochi da femmina, il genere maschile non beve né caffè né tisane? Questo dimostra che non vi sono attività da femmina o da maschio, entrambi i generi possono benissimo fare tutto ciò.
Il gioco è un’attività fondamentale per i bambini, esso crea un ponte tra la realtà e la fantasia e accompagna il bambino in ogni tappa della sua crescita. Giocare non è un atto solo fine a se stesso, ma è anche esprimersi, sperimentare, è un modo per conoscere se stessi e gli altri. Non a caso, infatti, il gioco è così importante che viene utilizzato anche come strumento terapeutico da molti professionisti.
Secondo gli esperti, confondere l’identità fisica biologica con l’identità di genere e con le tendenze sessuali è un problema molto comune, che non sarebbe da fare con i bambini. Questo sembra essere infatti ciò che spaventa molti genitori, la possibilità di avere figli omosessuali. Per tale motivo si cerca di indirizzare le passioni dei figli verso giochi stereotipati, da questo punto di vista forse perché più “rassicuranti”.
Inoltre, le ricerche scientifiche indicano che le differenze biologiche e genetiche tra maschi e femmine non determinano da sole le diversità strutturali nel carattere o nelle abitudini, bensì si intrecciano con i fattori ambientali.
Il cervello, grazie alla sua plasticità cerebrale, è un organo che può modificarsi in risposta alle esperienze che ciascun individuo fa. Quindi oltre alla cultura generale del contesto in cui questo vive, anche le aspettative dei genitori riguardo il comportamento e le inclinazioni di maschi e femmine condizionano molto lo sviluppo del cervello e della crescita in generale. Aspettative che rispecchiano spesso i cosiddetti “stereotipi di genere”, ovvero pregiudizi, convinzioni e attese che riguardano l’identità maschile e femminile.
Infine, gli esperti sostengono che “inquinare” il mondo dei giocattoli infantili con forzature legate ad una questione di genere, rischia di far perdere la ricchezza educativa legata alla spontaneità del gioco dei bambini.
In conclusione, non esistono giochi per maschi e giochi per femmine, è tutta una questione di convenzione sociale che, come si può notare, cambiano nel tempo.
La cosa più saggia sembrerebbe essere il trattare ogni gioco come la simulazione di un’abilità, in questo modo ogni bambino potrà esprimersi liberamente e avere uno sviluppo migliore possibile.
Riguardo alle abilità, basterebbe immaginare alcuni semplici scenari: un bambino a cui piace indossare un grembiule e giocare a cucinare potrebbe diventare uno chef; una bambina a cui piace invece giocare con i dinosauri potrebbe appassionarsi alla paleontologia; un bambino che si diverte vestendosi da donna o acconciando i capelli delle bambole potrebbe diventare uno stilista o un parrucchiere.
Inoltre, un bambino che gioca con le bambole e con le carrozzine potrebbe diventare un ottimo padre, così come una bambina che gioca ad aggiustare le cose potrebbe essere in grado di badare a se stessa da adulta.
Quindi si può dire che esistono giochi che insegnano abilità, che fanno crescere le capacità fisiche, cognitive e comunicative del bambino. Non si può né decidere né prevedere chi e cosa diventerà un bambino in età adulta, ma impedirgli di sviluppare al massimo le sue potenzialità a causa di stereotipi mentali è un aspetto decisamente limitante. Senza contare che, così facendo, si priverebbe il bambino del divertimento e della sua espressione creativa.
Valeria Glaray