TOKYO. Infine sono stati inutili proteste, petizioni, appelli e sit-in. Per la prima volta in oltre 30 anni, i battelli giapponesi sono salpati questa mattina per la caccia delle balene a fini commerciali, dopo l’uscita formale dalla Commissione internazionale sulla caccia ai cetacei (Iwc), formalizzata ieri. In qualità di membro della Iwc dal 1988, Tokyo aveva dovuto sospendere la caccia a scopi commerciali ma continuava a uccidere le balene per quella che viene definita ‘ricerca scientifica’, una pratica criticata da numerose organizzazioni ambientaliste, e secondo alcuni esperti una copertura per incentivare il mercato della carne di balena.
Nelle prime ore del mattino di lunedì diverse imbarcazioni hanno preso il largo dal porto di Shimonoseki, nella prefettura a ovest di Yamaguchi, e dalla località di Kushiro, nell’Hokkaido, a nord dell’arcipelago. Il ministero giapponese dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca ha fissato una quota di 227 balene cacciabili sino a fine 2019, per evitare un forte impatto sulle risorse cetacee: nella quota sono comprese 52 balene Minke, 150 balenottere di Bryde (detta anche di Eden) e 25 balenottere boreali. “Da oggi”, ha dichiarato il ministro, Takamori Yoshikawa, “chiedo ai cacciatori di cacciare le balene in osservanza della quota e puntare a un ritorno di questa industria della caccia alla balena”. Secondo alcuni esperti, dietro la motivazione delle autorità giapponesi si nasconde la volontà di sostenere l’industria della carne di balena che, ancora oggi, malgrado il repentino calo delle vendite, è considerata una fonte alternativa e a buon mercato di proteine. Nonostante i 31 anni di interruzione, il Giappone aveva comunque continuato a praticare la caccia alle balene per scopi definiti, dal governo del Sol Levante, “legati alla ricerca scientifica”. Una scelta che aveva suscitato polemiche. Secondo le indicazioni fornite a dicembre scorso dal portavoce del governo, Yoshihide Suga, la caccia alle balene sarà permessa solo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva del Giappone, mentre sarà vietata nelle acque dell’Antartide e nell’emisfero australe.