“Dobbiamo essere politicamente molto saggi nello scegliere i tempi ed i modi per andare gradualmente verso una diversa politica di bilancio. Avremo ancora bisogno nel 2021 di un sostegno fiscale, di sicuro, non possiamo rischiare una nuova crisi del debito come abbiamo già sperimentato 10 anni fa“. Lo ha affermato il commissario europeo Paolo Gentiloni intervenendo ad un evento dedicato al semestre europeo e sulla Grecia.
Secondo Gentiloni l’Europa attualmente sta vivendo un “momento cruciale” a causa dell’emergenza sanitaria che ha scosso tutto il mondo e che ha avuto grosse ripercussioni sul piano economico scatenando una crisi capace di avere un grande impatto “sulle vite umane” e che ha testato “i sistemi sanitari” di tutti i Paesi europei “lasciando una lunga coda di incertezza“.
Incertezze che peseranno anche sulle prossime previsioni economiche che la Commissione pubblicherà martedì prossimo. “Pur in presenza di un significativo calo dei contagi – ha affermato il commissario – nessuno oggi è in condizione di prevedere l’evoluzione della situazione nei prossimi mesi“.
Per quando riguarda il nodo legato al Mes secondo l’ex premier il ricorso o meno al meccanismo è una decisione prettamente politica che spetta di diritto al governo italiano che valuterà “se il gioco vale la candela“. Gentiloni ha aggiunto che Commissione Ue ha lavorato per fare in modo che che i prestiti europei fossero “senza condizionalità” per quei Paesi che hanno bisogno di “credito a tassi favorevoli”.
Un concetto che il commissario Ue all’economia aveva ribadito questa mattina nel corso di un’audizione alla commissione per le politiche europee della Camera: “Escludendo la Grecia, l’Italia è il Paese che ha il maggiore interesse ad avere prestiti avendo un alto livello del debito e quindi tassi alti“.
Durante l’audizione Gentiloni aveva espresso il proprio pensiero in merito a quale piano fosse strategicamente più corretto per utilizzare i fondi europei da parte dell’Italia: “Deve essere orientato al futuro, a scelte strategiche che puntino all’inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale e alla modernizzazione digitale“. Senza dimenticare la stabilizzazione del debito che grazie a questi fondi potrebbe essere riportato su una “traiettoria discendente“.
Carlo Saccomando