• 23 Dicembre 2024
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Genova, 40 anni fa le BR assassinavano Guido Rossa

GENOVA. Il 24 gennaio 1979 il sindacalista Guido Rossa veniva assassinato sotto casa dalla colonna genovese delle Brigate Rosse. Impegnato nella Fiom- Cgil e nel Pci Rossa, 45 anni, di origini venete,  lavorava all’ Italsider fucina , come altre grandi fabbriche del nord, di forti fermenti politici in cui cercava il proprio spazio di propaganda e reclutamento il partito comunista armato.

E sarà proprio l’aver denunciato un fiancheggiatore delle BR Franco Berardi a causare la condanna a morte del sindacalista. Una mattina presso la macchinetta distributrice di caffè dello stabilimento si ritrovano depositati dei volantini dell’organizzazione armata. Rossa nota che l’operaio addetto a distribuire le bolle di consegna nello stabilimento, si trova spesso nelle vicinanze del distributore. Il 25 ottobre gli operai trovano una copia dell’ultima risoluzione strategica brigatista, sempre vicino alle macchinette; Rossa nota un sospetto rigonfiamento sotto la giacca di Berardi, si reca negli uffici della vigilanza aziendale per segnalare il fatto e, all’uscita, una nuova copia della risoluzione brigatista è ritrovata su una finestra nel medesimo luogo. Dopo un breve dibattito interno, l’armadietto di Berardi viene aperto ritrovandovi contenuti documenti brigatisti, volantini di rivendicazione di azioni compiute dalla BR e fogli con targhe d’auto appuntate.

Guido Rossa decide di denunciare l’uomo, mentre gli altri due delegati si rifiutano. Francesco Berardi cerca inutilmente di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa mantiene la denuncia e testimonia al processo, nel quale Berardi (morto “suicida” in carcere, forse assassinato dai suoi ex compagni) viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Temendo una vendetta dei brigatisti, il sindacato offre per alcuni mesi a Rossa una scorta, formata da operai volontari. Ma Rossa vi rinuncia. La vendetta non si fa attendere. Il sindacalista, isolato politicamente e sindacalmente, la mattina del 24 gennaio viene assassinato appena salito a bordo della sua auto per recarsi al lavoro. Poco dopo la figlia Sabrina passò accanto all’auto per andare a scuola non accorgendosi che dentro vi era il corpo, ormai senza vita del papà.

In seguito, componenti del partito armato arrestati, asserirono che Rossa avrebbe dovuto “solo” essere gambizzato, che la sua eliminazione fu una iniziativa di chi compì l’azione …Perchè occorreva dare l’esempio contro le spie… L’omicidio di Guido Rossa cambio anche la “visione” del Pci nei confronti dei componenti delle BR sino ad allora definiti “compagni che sbagliano” e nella Fiom-Cgil venne fatta un’aspra autocritica sull’isolamento in cui il sindacato aveva lasciato Rossa. I funerali furono imponenti, presente il Presidente della Repubblica Sandro Pertini visibilmente commosso, i partiti e il sindacati, la Genova Medaglia d’oro della Resistenza rispose con una imponente, massiccia presenza per l’ultimo saluto ad uno dei suoi figli migliori.

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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