Ammirato dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, Franco Basaglia, nato a Venezia nel 1924, muore il 29 agosto 1980, legando per sempre il suo cognome ai manicomi. Psichiatra e promotore della riforma psichiatrica in Italia, Basaglia vinse il concorso di direttore nell’ospedale psichiatrico di Gorizia, dove avviò l’esperienza di apertura del manicomio, divenuta nota attraverso i libri “Che cos’è la psichiatria?” e “L’istituzione negata”, vendendo migliaia di copie, e con traduzioni in numerose lingue. Il suo lavoro gli fece ritenere necessario il progetto di chiudere i manicomi d’Italia, e a dare vita a un nuovo sistema di servizi di salute mentale. L’impegno che portò avanti nel tempo, gli diede ragione: il 13 maggio del 1978 il Parlamento italiano approvò la riforma psichiatrica, la “legge 180”, nota come legge Basaglia, cambiando radicalmente i metodi di cura dei malati di mente, e portando alla chiusura delle strutture in cui erano ricoverati.
“Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c’è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione”. Questo era il pensiero di Franco Basaglia, mantenuto in vita grazie alla fondazione veneta che porta il suo nome. Gli obiettivi della fondazione si suddividono in: mantenere viva la conoscenza del lavoro e degli scritti di Franco Basaglia e di Franca Ongaro Basaglia (sua moglie) e l’attenzione verso i temi del loro impegno, attraverso la promozione di ricerche, convegni, borse e premi di studio, corsi e scuole di formazione, pubblicazioni; costituire e rendere fruibile un archivio storico multimediale sul lavoro di Franca e Franco Basaglia e sul movimento internazionale di critica della psichiatria e delle istituzioni; promuovere e gestire iniziative, progetti e programmi che contribuiscano a realizzare libertà e piena cittadinanza per tutti, in particolare per le persone che vivono condizioni di esclusione sociale; promuovere e sostenere reti di associazioni, fondazioni, istituzioni che ai vari livelli, dal locale al transnazionale, condividono con la Fondazione Basaglia obiettivi, metodi e campi di azione.
Gli ospedali psichiatrici, istituiti in Italia dal XV° secolo, furono regolati per la prima volta nel 1904. Nominati inizialmente manicomi, frenocomi, o con altri nomi, la loro costruzione fu richiesta da alcuni ordini monastici, dalle amministrazioni provinciali, da medici illustri, e in seguito da ordini ecclesiastici. In una ‘”Ispezione sui manicomi del Regno” svolta nel 1891 da parte del ministro dell’Interno Giovanni Nicotera, si denunciavano la scarsità e fatiscenza dei locali, l’inadeguatezza degli strumenti di cura, le scarse condizioni igieniche, la mancanza di una registrazione clinica e il sovraffollamento. Inoltre, la mancanza di una legge nazionale faceva sì che l’internamento potesse avvenire, purtroppo, in diversi modi, ad esempio attraverso l’autorizzazione del prefetto (in base al certificato medico), oppure del presidente della deputazione provinciale, del sindaco, ma anche della famiglia.
Simona Cocola