“Da che pulpito viene la predica” è senza ombra di dubbio la prima frase che saltata in mente a molti dopo essere venuti a conoscenza della vicenda legata a don Francesco Spagnesi, sacerdote in servizio a Prato. Quest’oggi per il parroco sono stati disposti gli arresti domiciliari con l’accusa di spaccio e importazione di sostanze stupefacenti. La richiesta di custodia cautelare presentata dalla Procura è stata accolta dal gip Francesca Scarlatti.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile di Prato, il reverendo avrebbe acquistato dall’estero, tramite internet, quantitativi di Gbl, conosciuta anche come la ‘droga dello stupro‘, compresi tra mezzo litro e un litro per volta assieme ad un complice, Alessio Regina, di 40 anni, che a quanto pare sarebbe il compagno del parroco. La sostanza psicoattiva veniva consumata nel corso di alcuni festini che si svolgevano casa del Regina contraddistinti da sesso, cocaina e alcol. Le persone invitate ai party venivano contattate tramite siti di incontri sessuali.
Inoltre sulla testa di don Spagnesi pende un’altra grave accusa: l’appropriazione indebita. L’uomo avrebbe acquistato la droga con i proventi derivati dalle offerte dei parrocchiani, si parla di decine di migliaia di euro sottratte alla chiesa.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giuseppe Nicolosi, proseguirà per scovare ulteriori riscontri e l’eventuale coinvolgimento di altre persone. Ad imprimere una decisa accelerazione alle indagini è stata una particolare circostanza: il sacerdote qualche giorno fa aveva lasciato tutti gli incarichi nella Parrocchia dell’Annunciazione nel quartiere pratese della Castellina. Il sospetto è che fosse convinto di essere stato scoperto. Intuizione che poi si è rivelata essere esatta.
Da domani il parroco non dovrà fare i conti solo con la ‘giustizia divina’, ma sarà costretto a farli anche con quella ‘terrena’.