• 26 Novembre 2024
  • CRONACHE

Famiglia schiava del web non usciva di casa da 2 anni

L’unica ad uscire era la figlia di 9 anni per andare a scuola e a fare un po’ di spesa. Il fratello di 15 anni ha rischiato di restare vittima del Blue Whale

BARI. Completamente schiavi del web, talmente dipendenti da non uscire più di casa. È il caso choc di una famiglia del Salento, che rimasta per due anni e mezzo chiusa in casa perché soggiogata dal web per il quale aveva sviluppato una dipendenza patologica. L’unica a uscire era la figlia di 9 anni per andare a scuola e comprare qualcosa da mangiare alla famiglia che, oramai, si nutriva solo di merendine, biscotti e caramelle. Ad agevolare la famiglia nella loro chiusura con il mondo esterno è stata la piccola pensione che percepisce il padre e che gli permetteva di non lavorare.

Il nucleo famigliare era composto dai giovani genitori, la madre di 43 anni e il padre di 40, e da due figli, un ragazzo di 15 anni e una bambina di 9. Il figlio più grande, che aveva abbandonato gli studi, ha anche rischiato di restare vittima del Blue Whale, la “trappola social” che spinge gli adolescenti al suicidio.

A far scoprire il caso della famiglia che aveva tagliato i ponti col mondo reale, sono state le condizioni in cui si presentava a scuola la bambina: la trascuratezza e la scarsa igiene hanno insospettito gli insegnanti che hanno allertato i servizi sociali.

Il quindicenne è stato trovato con le piaghe ai piedi, oramai ricoperte di infezioni. Nonostante negli ultimi due anni e mezzo il suo piede fosse cresciuto, continuava a usare le stesse scarpe di due numeri più piccole. Oltre a una terapia antibiotica è stato necessario un lungo periodo di fisioterapia per rimettere in movimento un corpo ridotto a uno scheletro e anchilosato dall’inattività. Ora il nucleo famigliare è stato affidato alla cura degli specialisti.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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