Si può tranquillamente affermare che l’app più di tendenza dell’estate 2019, capace di coinvolgere VIP e persone comuni, sia senza ombra di dubbio FaceApp. Un successo dettato dalla curiosità di sapere come apparirà il nostro volto invecchiato, e diffuso in maniera capillare dalle innumerevoli foto postate nelle bacheche dei più famosi social network da parte di influencer, attori, personaggi dello spettacolo e importanti società sportive. I post si sono moltiplicati in maniera esponenziale nelle ultime settimane grazie alla sfida lanciata con l’hashtag #FaceAppChallenge e divenuta virale in tutto il mondo
In pratica FaceApp è un applicazione che attraverso un’intelligenza artificiale modifica i tratti del volto in modo sorprendentemente naturale: dalla pettinatura sino all’età. Il trend del momento riguarda l’invecchiamento, ma è anche possibile vedere la nostra versione ringiovanita. Inoltre si può anche cambiare sesso, quindi trasformarci da uomini a donne, e viceversa.
Alcuni effetti da applicare alle foto sono gratuiti, mentre gran parte dei filtri sono applicabili solamente nella versione a pagamento. Le tariffe sono di € 3.99 euro al mese per l’abbonamento mensile, di € 19.99 per quello annuale, mentre se si vuole beneficiare della versione per sempre il costo è di € 43,99.
Ma come si suol dire “Non è tutto oro quel che luccica“, difatti intorno a questa semplice e divertente applicazione ci sarebbero alcune importanti perplessità in merito alla privacy e alle condizioni d’uso, oltre all’uso che viene fatto dei dati personali e delle foto, dei quali nei documenti ufficiali dell’azienda non vi è la massima chiarezza.
FaceApp è stata rilasciata nel gennaio del 2017 dalla Wireless Lab, un’azienda russa con sede a San Pietroburgo, fondata da Yaroslav Goncharov. Attualmente si stima che circa 80 milioni di persone abbiano scaricato il programma dal debutto. Dalla sezione “trasparenza della pagina” si apprende che i gestori sono quattro: tre russi e un ucraino. Un chiaro indizio che i legami con la Russia siano forti. Nonostante ciò la società dichiara di avere base negli Stati Uniti. Sullo store di Google Play viene fornito un indirizzo a Wilmington, città del Delaware.
Alcuni esperti del settore e bene informati hanno ipotizzato che sia stata scelta questa sede non in maniera casuale: in primis perché il Delaware è considerato uno dei paradisi fiscali statunitensi, e poi è noto che siano allocati degli famosi “uffici virtuali” per società straniere che vogliono fare business negli Usa, di proprietà della società immobiliare Regus. Su quest’ultimo punto l’ipotesi è che non ci siano dei veri e propri uffici, ma solamente una casella di posta e che la sede sia solo fittizia.
Dopo le polemiche e i dubbi che stanno ruotato intorno al trattamento dei dati personali e alla privacy, la società si è mossa prontamente diffondendo una nota:
Stiamo ricevendo molte richieste in merito alla nostra politica sulla privacy e, pertanto, vorremmo fornire alcuni punti che spieghino le nozioni di base:
Inoltre, vorremmo commentare una delle preoccupazioni più comuni: tutte le immagini della galleria vengono caricate sui nostri server dopo che un utente concede l’accesso alle foto (ad esempio, https://twitter.com/joshuanozzi/status/ 1150961777548701696). Noi non lo facciamo. Carichiamo solo una foto selezionata per la modifica. È possibile controllare rapidamente questo con uno qualsiasi degli strumenti di sniffing della rete disponibili su Internet.
A questo punto la scelta se utilizzare l’app o no è a discrezione degli utenti. “Fidarsi o non fidarsi, questo è il problema…“. La certezza è che nonostante i dubbi derivati dalla politica sula privacy aziendale la app sia sicuramente ben riuscita. In molti sono sicuri che sicuramente un VIP italiano farà sicuramente attenzione all’utilizzo di FaceApp: si tratta di Matteo Salvini. La sensazione è che dopo le polemiche scaturite dalle accuse sugli ipotetici finanziamenti ricevuti dalla Lega da parte della Russia, il vicepremier ci penserà due volte prima di scaricare l’applicazione. Anche perché se gli oppositori politici trovassero l’ennesimo collegamento con la Russia, il ministro dell’Interno finirebbe per invecchiare precocemente, senza l’utilizzo di alcun filtro fotografico.
Anche se ci ha pensato Enrico Mentana a far invecchiare Salvini, insieme a Di Maio…
Carlo Saccomando