Radicali Italiani e l'Associazione Luca Coscioni uniti per lo stesso obiettivo: dare la possibilità tanti malati italiani di porre fine alle proprie sofferenze e di morire con dignità nel proprio Paese.
“Nel giro di un mese e mezzo aver superato le 250.000 firme sul quesito che chiede la legalizzazione dell’eutanasia è un segnale forte e chiaro. Gli italiani credono ancora nello strumento referendario e sottoscrivono il quesito perché vogliono decidere della propria vita“. Lo ha dichiarato in una nota ufficiale il segretario di Radicali Italiani Massimiliano Iervolino.
“Le grandi mobilitazioni come quelle referendarie sono importanti – prosegue il segretario Iervolino – perché contribuiscono a diminuire la distanza tra i cittadini e le istituzioni. Soprattutto se, come nel caso del fine vita, il Parlamento continua a rimanere sordo alle richieste della società civile nonostante la proposta di legge d’iniziativa popolare depositata nel 2013 e diversi richiami della Corte costituzionale”.
La battaglia era iniziata il 20 aprile scorso quando il gruppo aveva depositato in Corte di Cassazione il quesito referendario per depenalizzare l’eutanasia in Italia, sulla base di quanto già stabilito in due occasioni dalla Corte costituzionale. A metà giugno è poi partita la raccolta firme che ha come obiettivo il raggiungimento entro il 30 settembre delle 500mila sottoscrizioni necessarie a indire il referendum.
I Radicali hanno sostenuto fortemente le iniziative messe in campo da un’associazione che da tempi non sospetti si occupa di tematiche legate al fine vita, eutanasia e testamento biologico: si tratta dell’Associazione Luca Coscioni che attraverso numerose mobilitazioni popolari, iniziative istituzionali e in casi estremi anche disobbedienze civile chiede a gran voce che il Parlamento intervenga su questioni ritenute urgenti e non più rinviabili come la dignità delle persone malate.
Nello specifico la richiesta esplicita è che tanti malati italiani abbiano la possibilità di porre fine alle proprie sofferenze e di morire con dignità nel proprio Paese senza essere costretti ad andare all’estero laddove è legalmente consentito.
Secondo i promotori della raccolta firme è necessario agire in fretta perché vengano forniti quegli strumenti che permettano ai cittadini di scegliere sulla propria vita e il referendum ha il compito far uscire i rappresentanti della politica italiana dalla paralisi e dagli interessi di parte.
Grazie alla campagna “Eutanasia Legale”, promossa da Radicali Italiani e dall’Associazione Luca Coscioni, il 3 marzo 2016, per la prima volta nella storia del Parlamento italiano, iniziava il dibattito sull’eutanasia senza però mai arrivare a una votazione. Nel gennaio 2019, sotto la spinta della Corte costituzionale, il Parlamento aveva cominciato una discussione sul fine vita che purtroppo si è arenata nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali il 31 luglio dello stesso anno senza portare a un testo base. Mentre a differenza dell’Italia lo scorso marzo la Spagna ha approvato una legge per la legalizzazione dell’eutanasia.