Dopo quasi dodici ore di trattative nella notte l’Ue ha finalmente trovato un’intesa comune sul fronte dell’energia. “Il Consiglio Ue ha raggiunto un accordo sull’energia. Prevalgono unità e solidarietà“. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, spiegando che “si è concordato di lavorare su misure per contenere i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese“. L’ex primo ministro belga inoltre ha sottolineato il forte e unanime impegno dei paesi Ue ad agire insieme per raggiungere tre obiettivi: prezzi più bassi del gas, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e continuare a lavorare per ridurre la domanda.
In sostanza l’accordo mette nero su bianco “l’urgenza delle decisioni concrete” da prendere sul gas con una serie di misure che includono la piattaforma di acquisti comuni e un nuovo benchmark complementare al Ttf. L’effetto dell’accordo si fa sentire anche sul prezzo del gas: ad Amsterdam il prezzo in avvio cede il 2,35% a 124 euro al megawattora. La chiusura di ieri era stata a quota 127 euro.
Il binario da seguire resta quello proposto dalla Commissione il 18 ottobre. Le misure, nel concreto, non cambiano: si va dalla piattaforma aggregata per il gas, volontaria ma obbligatoria per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa, all’incentivazione delle rinnovabili fino a un price cap al gas nella formazione dell’elettricità.
Mentre sull’applicazione del modello iberico, caldeggiata dalla Francia e dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ma non da Germania e Olanda, si potrebbe aprire la strada ad un nuovo Sure sull’energia. Nelle conclusioni si domanda alla Commissione di fare “un’analisi dei costi e benefici sulla misura” che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri.
Nonostante l’accordo sul dossier energia lasci i 27 paesi Ue soddisfatti a metà Mario Draghi esprime la propria soddisfazione personale, all’uscita dall’Europe Building afferma che “È andata bene“. Secondo il premier italiano, formalmente ancora per qualche ora, tra le note più positive del Consiglio Ue c’è l’apertura, anche se molto cauta, sulla possibilità di contrarre un nuovo debito comune
Tra le misure, infatti, figura “la mobilitazioni di rilevanti strumenti a livello nazionale e Ue” con l’obiettivo di “preservare la competitività globale dell’Europa e per mantenere il level playing field e l’integrità del mercato unico“. Una frase che, secondo Palazzo Chigi, dimostra che le proposte italiane siano state accolte.