• 23 Dicembre 2024
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Emicrania, ne soffrono 136 milioni di europei: in arrivo una rivoluzione terapeutica

ATENE. L’emicrania, il tipo più comune di mal di testa, colpisce 136 milioni di europei, di cui circa il 2% in forma cronica e con un peso di circa 27 miliardi di euro annui, tra visite, farmaci e giornate di lavoro perse. Le donne ne sono vittima da 2 a tre volte di più, e soffrono di attacchi ripetuti, più lunghi e pesanti. A fare il punto sono gli esperti intervenuti in questi giorni ad Atene al tredicesimo “European Headache Federation Congress”.

L’emicrania colpisce il 15% degli europei ed è un disturbo neurologico caratterizzato da intenso dolore, spesso pulsante e associato a vomito, fastidio per la luce: sintomi che sono la causa del 25% delle giornate di lavoro e scolastiche perse. Imprevedibile nel suo manifestarsi, costringe a modificare i piani della giornata, disdire appuntamenti, diminuisce le prestazioni e la capacità di svolgere vita sociale.

Per cercare di ovviare a questa patologia, sovente invalidante, è in corso una “rivoluzione terapeutica”, basata sulla prevenzione degli attacchi grazie ad anticorpi studiati ad hoc. Ad Atene sono stati infatti presentati i dati dello studio Focus di fase III, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di un nuovo anticorpo monoclonale nei pazienti con emicrania cronica ed episodica, che avevano mostrato una risposta inadeguata ad altri trattamenti.

“Lo studio ha dimostrato benefici in una popolazione di pazienti difficile da trattare”, ha spiegano i ricercatori che l’hanno sperimentato. Oltre il 50% dei pazienti ha sperimentato una riduzione dei giorni di emicrania mensili, con una piccola percentuale che li ha azzerati, durante un periodo di 12 settimane. Il farmaco è iniettabile e si somministra a livello sottocutaneo. Dopo l’autorizzazione dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), un paio di mesi fa, è iniziato l’iter per l’arrivo dell’anticorpo monoclonale anche in Italia.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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