ROMA. Per protestare contro l’inerzia degli Stati sull’emergenza climatica, alcuni attivisti e attiviste di Extinction Rebellion (XR) hanno dato vita ad una singolare azione, simulando la morte drammatica per affogamento al laghetto dell’Eur, davanti al palazzo dell’Eni. I giovani di XR chiedono al Governo di “agire ora e di dare immediata applicazione alla mozione che riconosce l’emergenza climatica appena approvata dal Parlamento, affinché non rimanga un mero atto simbolico, eliminando sin da subito i sussidi pubblici all’industria del fossile che mette a repentaglio la vita umana”.
“Non abbiamo più tempo. Per ottenere dai governi cambiamenti radicali sono necessarie azioni radicali – continua la nota di Extinction Rebellion Roma – siamo qui per denunciare l’immobilismo delle istituzioni e coinvolgere l’opinione pubblica su un problema drammatico che necessita un’azione immediata”. L’innalzamento del mare combinato con altri fenomeni climatici estremi, ricordano, “aumentano senza precedenti la frequenza di eventi catastrofici, determinando danni a persone, animali e a interi sistemi produttivi. Nel solo 2019 in Italia si sono registrati 1.543 eventi estremi, dato tra i più alti in Europa. Dal secondo dopoguerra al 2018 le calamità naturali, terremoti esclusi, sono costate all’Italia quasi 160 miliardi di euro. Nonostante questo, l’Italia spende più 18 miliardi di euro l’anno in sussidi ai combustibili fossili. Il Decreto Clima approvato comporta misure assolutamente insufficienti per mantenere il riscaldamento medio globale entro 1.5°C”.
Per porre fine a questo drammatico stato di cose, Extinction Rebellion chiede con forza che il Governo dichiari l’emergenza climatica e ecologica e informi compiutamente la popolazione sul collasso climatico in corso; che si fermi la distruzione degli ecosistemi e della biodiversità e si portino allo zero netto le emissioni di gas serra entro il 2025. Ma anche che “il governo costituisca e sia guidato dalle decisioni di un’assemblea di cittadini/e sulle misure da attuare e sulla giustizia climatica ed ecologica”.