Alle 13:54 ha preso ufficialmente il via ma missione ‘Mars 2020‘ che il 18 febbraio 2021 porterà Il rover Nasa Perseverance ad atterrare su Marte. Dopo alcuni problemi e rallentamenti causati in questi mesi dall’emergenza sanitaria, il lancio è avvenuto con successo dalla base dell’aeronautica statunitense a Cape Canaveral. La missione è sostata complessivamente la cifra monstre di 2,7 miliardi di dollari.
Il razzo che scelto per portare il quinto rover della Nasa sul pianeta rosso è un Atlas V in configurazione 541 della United Launch Alliance. Inoltre si tratta della terza missione partita negli ultimi giorni verso Marte, dopo quelle degli Emirati Arabi e della Cina. “Il successo del lancio di oggi è solamente l’inizio dell’avventura perché ci sarà ancora tanto da fare nei prossimi mesi. Infatti oltre alla rotta bisognerà attendere l’atterraggio vero e proprio su Marte.“, dichiarano dalla Nasa.
Come luogo dell’atterraggio è stato scelto cratere Jezero, che in passato ha ospitato l’antico delta di un fiume e che è uno dei luoghi marziani che si ipotizza possa avere avuto le condizioni adatte per ospitare alcune forme di vita. L’intento principale sarà quello di fare da apripista per future altre missioni, con la presenza di astronauti, e soprattutto cercare tracce di vita passata o presente. Il rover esplorerà il cratere per almeno un anno marziano, l’equivalente di quasi due anni terrestri.
La missione Mars2020 sarà anche la prima che raccoglierà campioni da portare sulla Terra grazie a una futura missione in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Se tutto andrà come previsto, nel 2026 Nasa ed Esa potrebbero lanciare una missione nella quale un rover europeo si occuperà di recuperare i campioni e di caricarli su un razzo americano progettato per rilasciare i campioni nello spazio, dove una sonda dell’Esa dovrebbe recuperarli e portarli a Terra nel 2031.
Inoltre verranno testati alcuni materiali che potrebbero fare parte dell’equipaggiamento in dotazione agli astronauti che in futuro faranno rotta sul quarto pianeta del sistema solare: un campione di policarbonato di cui è composto il casco, un mix di fibre resistenti al fuoco, impermeabili ma traspiranti e super resistenti, oltre a campioni di Vectran e Teflon, materiali dei quali sono composti i guanti utilizzati durante le passeggiate spaziali.
A proposito di vita su Marte una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori della New York University ad Abu Dhabi coordinati da Dimitra Atri indica che nel sottosuolo del pianeta potrebbero esserci le condizioni adatte: combinando simulazioni, dati di missioni passate che hanno identificato l’acqua nel sottosuolo marziano e studi sugli ecosistemi delle grotte sotterranee della Terra, i ricercatori ipotizzano che le radiazioni cosmiche, che possono penetrare diversi metri sotto la superficie, potrebbero innescare reazioni chimiche in grado di fornire energia a eventuali forme di vita.
Nonostante la riuscita del lancio i ricercatori della Nasa sono molto cauti sulla riuscita della missione in quanto una delle fasi più complicate ancora da affrontare sarà l’atterraggio: “Non si tratta solamente di una “formalità” in quanto far atterrare un oggetto poco più grande di un’automobile come una Smart (3 x 2,7 x 2,2 metri) e dal peso di poco più di una tonnellata (1025 chilogrammi) non è cosa da poco. Soprattutto a milioni di chilometri di distanza dalla Terra.“, affermano dal quartier generale di Washington.
Carlo Saccomando