L'étoile della Scala aveva 84 anni. La notizia del decesso è stata diffusa dai familiari. Da tempo lottava contro un tumore. Domani la camera ardente nel foyer del teatro dell'opera di Milano.
La stella più luminosa nel firmamento della danza si è spenta: è morta Carla Fracci. L’étoile della Scala aveva 84 anni. La notizia del decesso è stata diffusa dai familiari: la donna lascia il marito, il regista teatrale Beppe Menegatti, con cui si è sposata nel 1964, e il figlio Francesco. Da giorni parenti, amici e ammiratori erano in apprensione per le condizioni di salute della donna, che si erano aggravate a causa di un tumore contro il quale combatteva da lungo tempo.
Legata indissolubilmente alla Scala di Milano, la Fracci nella sua lunga carriera ha portato il suo elegante talento, e più in generale la danza italiana, sui palchi di tutto il mondo. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta.
Per rendere omaggio alla più grande ballerina italiana di tutti i tempi la camera ardente sarà allestita domani dalle 10:30 alle 18 nel foyer della Scala. “Faremo una camera ardente alla Scala, una cosa che è stata fatta pochissime volte” ha annunciato il sovrintendente Dominique Meyer. Cosa rara “ma trattandosi di Carla Fracci”. “È stata la ballerina più importante del teatro dell’ultimo secolo ma anche una stella importantissima nella danza internazionale – ha osservato Meyer, che poi ha aggiunto – Dobbiamo inchinarci davanti alla carriera di Carla Fracci che è nata qui facendo la scuola di ballo”.
Interrogata su cosa rappresentasse la danza per lei aveva affermato: “È una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta solo il talento, serve affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza“. Niente di più vero. Addirittura si potrebbe affermare che queste parole rappresentino una sorta di eredità lasciata a tutti i giovani che vorrebbero intraprendere una carriera artistica nel mondo della danza e sarebbe adattabile a molti altri ambiti.
Nata nel 1936 a Milano, di umili origini, il padre era alpino e la madre operaia, costruì la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi ne diventò étoile. Cominciò a danzare a 10 anni alla scuola della Scala e ha tra i maestri Vera Volkova, diplomandosi nel 1954 e diventando, seguiti alcuni stage internazionali. Dopo due anni diventa danzatrice solista, quindi prima ballerina nel 1958
E pensare che il suo incontro con la danza fu quasi casuale: alcuni amici dei genitori notarono in lei uno spiccato senso del ritmo e li convinsero a farla provare l’audizione al Teatro alla Scala. Superò l’esame grazie al “suo bel faccino”, ma i primi anni furono duri poiché sentiva nostalgia degli spazi aperti in quell’ambiente rigido a cui fu difficile abituarsi nonostante i continui rimproveri della maestra, che la considerava ricca di doti ma svogliata. Fondamentale sarà l’incontro con la ballerina inglese Margot Fonteyn che le permetterà di cogliere il senso di tutto quel lavoro, iniziando a sentire il teatro come “casa”.
Alla fine degli Anni Cinquanta danza con molte compagnie internazionali come il London Festival Ballet, il Sadler’s Wells Ballet (Royal Ballet), lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Eugenio Montale scrisse in suo onore la poesia “La danzatrice stanca“, mentre Charlie Chaplin dopo averla vista le confessò emozionato: “You are wonderful”.
Tra le interpretazioni memorabili della Fracci i ruoli romantici e drammatici, che l’hanno resa una stella in tutto il mondo. Con la sua grazia ha saputo dare forma e spessore a personaggi femminili memorabili come La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Medea. Ma il pubblico e la critica sono sempre rimasti molto legati alla sua interpretazione nel ruolo di Giselle, cui aveva dato una moderna impronta personale, con i capelli sciolti e un leggerissimo tutù, danzandola con compagni di gran fama.
Ha danzato coi più illustri partner del mondo della danza: dai ballerini russi Rudolf Nureyev e Vladimir Vassiliev, passando per Paolo Bortoluzzi, fino ai più giovani Massimo Murru e Roberto Bolle.
Alla fine degli anni ottanta dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, mentre dal 1996 al 1997 il corpo di ballo dell’Arena di Verona. A partire dal 2000 dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, ruolo che conserverà per dieci anni.
“Carla Fracci ha onorato, con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro, il nostro Paese. Esprimo le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo della danza, che perde oggi un prezioso e indimenticabile riferimento”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che profondamente commosso dalla morte di Carla Fracci ne ricorda in una dichiarazione “le straordinarie doti artistiche e umane, che hanno fatto di lei una delle più grandi ballerine classiche dei nostri tempi a livello internazionale”.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha appreso con profonda commozione la notizia della scomparsa di Carla Fracci, étoile della Scala e artista dal talento straordinario. “Ha rappresentato nel mondo l’arte della danza. Esempio di passione per intere generazioni, interprete eccezionale, una grande italiana.”
Toccanti le parole di Laura Pausini che su Twitter scrive: “Il pubblico avverte sempre quando un artista è autentico, è sincero, e dedicato fino in fondo. Soltanto, con queste condizioni, può nascere, nell’interpretazione, la magia. Riposa in Pace meravigliosa Carla Fracci”.
Anche Andrea Bocelli tributa un commosso omaggio all’amica scomparsa: “Carissima Carla Fracci, è col sorriso che ci sforziamo di ricordarti, perché una lunga vita spesa nell’arte fino all’ultimo istante, è da festeggiare sempre e comunque, anche quando arriva all’applauso finale“.
Struggente il ricorso dell’amica e collega Alessandra Celentano, ballerina, coreografa e maestra di danza nel programma Amici, che scrive:” Non ci sono parole per descrivere il dolore che io stia provando in questo momento. Ora puoi danzare nel cielo! Sarai sempre nei nostri cuori”.
Il ballerino e insegnante Kledi Kadiu con un lungo post su Facebook omaggia la memoria dell’artista che è stata un punto di riferimento per intere generazioni di ballerini:” Ti ricorderemo tutti per l’immensità che ti contraddistingueva sul palcoscenico. La tua aura eterea, la tua passione ed enorme umiltà ci hanno conquistato ed insegnato ad andare oltre gli stereotipi della danza comuni. Ricordo i tuoi occhi lucidi quando mi raccontavi della tua carriera, per te parlare di danza era sempre un’emozione. Oggi mi stringo al dolore di Beppe Menegatti e della vostra famiglia. Ti prometto che ci impegneremo al massimo per commemorarti come meriti all’evento in tuo onore a cui so, avresti tanto voluto partecipare. Ciao Carla”.