È stato fugato ogni dubbio per quei pochi che avessero nutrito ancora qualche dubbio sulla paternità dell’opera apparsa qualche giorno fa su uno dei muri che circonda il carcere di Reading, citta britannica a circa settanta chilometri da Londra: il murale è stato realizzato dal celeberrimo street artist Banksy.
L’opera intitolata ‘The Create Escape‘, gioco di parole tra Great=Grande e Create=Creare e che rievoca il film ‘La grande fuga‘ (The Great Escape) del 1963 diretto da John Sturges e interpretato da Steve McQueen, rappresenta un detenuto in fuga dal carcere che si cala dalle mura con il più classico dei metodi: delle lenzuola annodate per formare una lunga e resistente fune, al fondo della quale è appesa una macchina da scrivere.
A dipanare ogni dubbio un video pubblicato dallo stesso Banksy sul suo profilo Instagram. Il filmato inizia con un tributo a Bob Ross, pittore e personaggio televisivo statunitense con un passato da militare scomparso nel 1995, che mostra la sigla del suo storico programma tv ‘The Joy of Painting‘ in cui insegnava ai telespettatori a dipingere ad olio delle scene naturali e un suo breve intervento.
Successivamente sul video appare un effetto di smagnetizzazione del nastro che porta ad una scena notturna in cui Banksy, che si trova all’esterno del carcere e il cui volto rimane sempre celato, realizza il murale con bombolette spray e stencil mentre in sottofondo la voce di Ross ‘guida’ il processo creativo dell’artista che si conclude con uno dei suoi cavalli di battaglia:
“La pittura per me rappresenta la libertà. Posso creare il mondo che voglio vedere e di cui voglio far parte”
Sono molti quelli ad aver riscontrato alcune somiglianze tra i lineamenti dell’uomo in fuga dal carcere disegnato da Banksy e Oscar Wild, che il caso vuole sia strettamente legato a questa struttura: condannato a due anni di prigionia e lavori forzati per “volgare indecenza“, punito per omosessualità a causa della sua relazione con Lord Alfred Douglas, fu detenuto in questa prigione dal 21 novembre 1895 al 19 maggio 1897.
Nonostante le grandi difficoltà riscontrate prima e durante il soggiorno al carcere di Reading Gaol, Wild in precedenza era passato dalle prigioni di Holloway, Pentonville e Wandsworth, riuscì a trarre ispirazione per dar vita a ‘La ballata del carcere di Reading‘, componimento poetico scritto subito dopo la sua scarcerazione e pubblicata nel 1898.
Il tema principale attorno al quale gravita il racconto è la pena di morte, congiunta al senso di alienazione di ogni detenuto, costretto a compiere quotidianamente azioni ripetitive volte alla pura e semplice sopravvivenza.
Qual é il motivo che ha spinto Banksy a realizzare l’opera? La struttura carceraria è abbandonata dal 2013 e nel 2019 è stata messa in vendita. In un primo momento sembrava che la struttura fosse destinata ad essere buttato giù per realizzare un complesso di appartamenti, ma l’accordo con il gruppo immobiliare interessato al progetto è miseramente fallito.
In un secondo momento il municipio di Reading ha presentato un’offerta per trasformarlo in un centro culturale e artistico. Progetto che ha attirato il consenso di numerosi personaggi britannici famosi che si sono uniti per chiedere questa come destinazione d’uso finale dello storico edificio.
L’iniziativa assume ancora più valore se la si confronta con i versi finale del famoso componimento di Wilde, in cui il poeta irlandese attraverso una profonda riflessione afferma come tutto il genere umano possa considerarsi malfattore soprattutto nei confronti di ciò che ama.
Motivo per il quale tutti hanno bisogno di essere perdonati. Anche se un’eventuale abbattimento del carcere di Reading Gaol, che ne sancirebbe la sua definitiva scomparsa sia dal punto di vista materiale che culturale, sarebbe difficile da perdonare per tutti. Banksy e Wild compresi.
Ed ogni uomo uccide ciò che ama,
Lo intendano tutti:
Lo fanno alcuni con bieco sguardo
Ed altri con parole carezzevoli,
Il vile con un bacio,
il prode con la spada!
Oscar Wilde – “La ballata del carcere di Reading“