L'Agenzia Europea esprime dubbi sul quarto vaccino e afferma che sebbene la malattia sia ancora in una fase pandemica, la diffusione della variante Omicron dovrebbe trasformare il Covid-19 in una malattia endemica con cui l’umanità può imparare a convivere
La variante Delta è ancora presente e la variante Omicron sta raggiunendo il suo picco, ma, secondo l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), la situazione potrebbe migliorare nei prossimi mesi. Perché, secondo il regolatore europeo, sebbene la malattia sia ancora in una fase pandemica, la diffusione della variante Omicron dovrebbe trasformare il Covid-19 in una malattia endemica al pari di tutte le altre influenze di stagione.
L’Ema ha anche espresso dubbi sulla somministrazione di un quarto vaccino alla popolazione, affermando che l’iniezione di dosi ripetute non era una strategia “sostenibile”. “Nessuno sa esattamente quando saremo alla fine del tunnel, ma ci arriveremo”, ha affermato Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’EMA, con sede ad Amsterdam. “Con l’aumento dell’immunità nella popolazione – e con Omicron ci sarà molta immunità naturale oltre alla vaccinazione – ci muoveremo rapidamente verso uno scenario che sarà più vicino all’endemicità, ma non dobbiamo dimenticare che siamo ancora in una pandemia“”, ha aggiunto in conferenza stampa Marco Cavaleri.
La sezione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha anche notato che al momento è impossibile qualificare il virus come endemico, come l’influenza. “Abbiamo ancora un virus che si evolve abbastanza rapidamente e pone nuove sfide. Quindi non siamo certo al punto in cui possiamo definirlo endemico “ ha affermato Catherine Smallwood, responsabile dell’emergenza Oms Europa. Secondo l’OMS Europa, più della metà degli europei potrebbe essere colpita dalla variante Omicron entro due mesi dall’attuale “maremoto”.
La Smallwood ha anche avvertito che combattere la pandemia di Covid-19 con dosi di richiamo degli attuali vaccini non è una strategia praticabile, un’opinione condivisa dall’EMA. “Se abbiamo una strategia in cui diamo booster ogni quattro mesi, finiremo per avere potenzialmente problemi di risposta immunitaria E in secondo luogo, naturalmente, c’è il rischio che le persone si stanchino con la continua somministrazione di dosi di richiamo Invece, i paesi dovrebbero iniziare a pensare di distanziare i booster a intervalli più lunghi e di somministrarli all’inizio dell’inverno, come il vaccino antinfluenzale” ha affermato.