Il presidente del Consiglio interviene alla Camera sulla guerra in Ucraina: "Non è tollerabile riportare la guerra in Europa"
“Il presidente ucraino Zelensky è nascosto da qualche parte a Kiev, ci ha detto che non ha più tempo“. Lo ha rivelato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la sua informativa urgente alla Camera sulla guerra in Ucraina.
Draghi ha raccontato il momento in cui, ieri sera durante il consiglio europeo straordinario a Bruxelles, c’è stato il collegamento con il presidente ucraino. “E’ stato un momento drammatico che ha colpito tutti“, ha rivelato il premier. “Zelensky ci ha detto che lui non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle truppe russe in arrivo a Kiev, che l’Ucraina non ha più tempo“, ha proseguito Draghi. Questa mattina ci sarebbe dovuto essere una nuova telefonata tra i due, ma al momento dell’appuntamento Zelensky non era più disponibile. “Putin vuole distruggere le fondamenta dell’economia e della società ucraina. Il tessuto sociale del paese si è già disgregato“.
All’episodio citato da Draghi ha fatto riferimento poco dopo lo stesso Zelensky su Twitter, spiegando di non essere riuscito a parlare con il presidente italiano a causa dei combattimenti. “L’Ucraina continua a combattere per il suo popolo“, ha concluso Zelensky. Un tweet apparso a qualcuno un po’ rude. Tanto che il ministro degli esteri ucraino Kuleba, in un colloquio telefonico con il collega italiano Di Maio, ha spiegato che si è trattato solo di un “malinteso”. Draghi e Zelensky si sentiranno presto.
Draghi ha esordito esprimendo “la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato“. L’offensiva della Russia rappresenta “una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei“.
Il capo del governo ha poi ricordato le sanzioni decise nella notte dal consiglio europeo straordinario di Bruxelles, non nascondendo i possibili contraccolpi per l’Italia. “Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l’impatto sulla nostra economia“, ha spiegato Draghi, che ha fatto esplicito riferimento alla dipendenza energetica dal gas russo (passata dal 27% di 10 anni fa al 45% odierno), e all'”imprudenza nel non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni“.
Il presidente del Consiglio ha così annunciato un nuovo intervento per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia. “E’ necessario“, ha ammesso Draghi, che, tra le misure di emergenza, non ha escluso la riaccensione delle centrali a carbone.