Pochi erano i dubbi sull’esito della fiducia già ieri mattina mentre Mario Draghi teneva il suo lungo discorso in Senato, gli applausi scroscianti ripetuti in più fasi mentre proferiva le sue parole avevano fatto intendere che la fiducia sarebbe stata pressoché scontata. Così é stato il Presidente del Consiglio ha ottenuto piena fiducia al Senato con 262 Sì e 40 no, quindici dei quali sono arrivati dal M5S.
Draghi nel corso del suo discorso, di cui vi abbiamo ampliamente parlato ieri, ricorda come “l’unità non sia un ‘opzione, ma un dovere”. Ora il discorso alla Camera.
Mario Draghi dopo aver incassato la fiducia netta al Senato quest’oggi chiederà la fiducia alla Camera, di quello che definisce un Governo né tecnico e né politico e che non vuole venga considerato come ‘il fallimento della politica’, ma anzi un nuovo inizio, ove nessuno abbandona i propri ideali ma li unisce per il bene dell’Italia, al solo scopo di rinascere.
Ieri, come dicevamo in apertura, il neo Governo Draghi ha ottenuto tra i voti contrari anche quello di 15 senatori del Movimento 5 Stelle, che oggi si apprende saranno espulsi dal M5S per aver votato no alla fiducia. Ad annunciarlo su Facebook Crimi, capo politico del M5S, che evidenzia come votando No a Draghi siano di fatto passati all’opposizione e non meritino dunque di rimanere al Governo.
Sono in molti ad aver apprezzato il programma enunciato da Mario Draghi, le donne, ad esempio dal canto loro, hanno accolto positivamente le parole del premier che ha affermato: “Puntiamo ad un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra Famiglie o lavoro”.
Ma nei piani del Governo tanti punti prioritari dal recovery plan, alla scuola, al fisco ed ai vaccini. Si é parlato poi di lavoro e di ristori ‘selettivi’. Ora é iniziato il dibattito alla Camera, che stasera condurrà alla votazione.
Non dovrebbero esserci sorprese particolari, dunque il nuovo Governo a breve dovrebbe poter iniziare a svolgere le funzioni per cui é stato pensato dal Presidente Mattarella in un contesto di crisi pandemica come quella attuale, il cui scopo ultimo é stato ben riassunto nelle parole di Draghi si é di fronte ‘ad una nuova ricostruzione come nel dopoguerra, ora l’unità non é più un ‘opzione ma un dovere”. Solo così l’Italia potrà ripartire.