L'informativa del premier sulla guerra in Ucraina raccoglie ampio consenso parlamentare
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ottiene in parlamento la quasi unanimità sulla guerra in Ucraina. Dopo il lungo discorso del premier, letto in Senato e poi ripetuto quasi identico alla Camera, c’è il momento del voto. E il sì alle risoluzioni pro decreto, che istituisce lo stato di emergenza per l’Ucraina fino a fine anno, arriva, oltre che dalla maggioranza, anche da Fratelli d’Italia. I pochi dissensi, legati per lo più alla questione dell’invio di armi letali a Kiev, arrivano dagli ex grillini. No vota anche il senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri, che aveva anticipato il suo voto contrario. Alcuni di Leu e della Lega non sottoscrivono la mozione o non partecipano al voto.
Alla fine il sostegno al governo è totale, e la soddisfazione dell’esecutivo arriva dal ministro per i Rapporti con il parlamento Federico D’Incà che su Facebook scrive: “La risoluzione dimostra unità, compattezza e vicinanza della maggioranza delle forze politiche al popolo ucraino, vittima dell’ingiustificata aggressione russa. Un lavoro di sintesi che rivela la coesione del Paese nel contesto europeo e nella risposta alla crisi umanitaria dovuta alla guerra“.
C’è anche chi, come il senatore di Forza Italia Cangini, ammette di aver subito nel passato il fascino di Putin, e quindi di essersi sbagliato. E chi invece chiede a gran voce la pace, ma per questo viene criticato. E’ il caso del leader della Lega Matteo Salvini, che interviene a palazzo Madama. “Ho scoperto che parlare di pace per qualcuno è un problema”, e poi: “Le polemiche oggi non fanno onore alla classe politica e giornalistica”. Qualcuno nel Pd nota che Salvini, in 10 minuti di discorso sulla guerra in Ucraina scatenata da Putin, non cita mai il presidente russo.
L’Unione europea ieri sera ha raggiunto l’accordo sugli istituti di credito esclusi dal sistema di messaggistica Swift. Questo renderà molto difficili i trasferimenti di denaro. Nella lista ci sono 7 banche, ma non Gazprombank, l’istituto del colosso dell’energia Gazprom. Su di esso transitano i pagamenti europei per il gas e il petrolio russi, che quindi non sono interessati dalla sanzione.
Il presidente americano Joe Biden, che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky, sostiene che Putin “ha pensato che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto. Ha pensato che avrebbe potuto dividerci. Putin si è sbagliato“, afferma Biden nel suo discorso sullo stato dell’Unione.