Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’economia Daniele Franco sono stati durissimi nei confronti del superbonus edilizio. Il famoso 110% sarebbe stato veicolo di clamorose truffe su cui sta indagando la magistratura. Frodi per 2,3 miliardi di euro, tanto che il titolare dell’economia, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, ha parlato di una truffa “tra le più grandi che la Repubblica abbia mai visto”. Il problema principale, ha spiegato Franco, è legato alla cessione del credito, che passa di mano in mano, creando una sorta di “moneta fiscale”.
Oltre alla disonestà di persone e imprese, secondo il premier, la responsabilità è di come è stata scritta la legge, che prevede pochissimi controlli. “Quelli che oggi più tuonano sul superbonus, che dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso – ha attaccato Draghi – beh, questi sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli. Se siamo in questa situazione è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli“.
Il governo è pronto quindi a mettere mano al 110%, anche perché i cantieri, per effetto degli interventi della magistratura, rischiano di fermarsi. Nei prossimi giorni sarà presentato un emendamento.
Ma il Movimento 5 stelle, principale sostenitore del superbonus, non ci sta, ribatte che le frodi riguardano gli altri incentivi e annuncia che chiederà al ministro Franco di presentarsi in Parlamento per una informativa urgente sui bonus edilizi. Il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, su Facebook, posta una tabella con i dati dell’Agenzia delle entrate sulle truffe legate agli incentivi fiscali. Quello più utilizzato è il cosiddetto bonus facciate, con il 46%, mentre il superbonus è ultimo con il 3%. “Questa è la realtà – scrive Patuanelli – Ora, correre per sbloccare il Superbonus” e “ridurre a zero le frodi senza distruggere la misura e senza bloccare cittadini e imprese oneste“.