Applausi scroscianti per il premier dai parlamentari del centrosinistra e i ministri, mani conserte per pentastellati e leghisti. Draghi salirà al Colle per confermare le dimissioni.
Si conclude ufficialmente l’esperienza da presidente del Consiglio di Mario Draghi. Il premier, ancora per poche ore, è giunto tra i banchi della Camera alle 9 per le comunicazioni di rito e annunciare l’imminente salita al Colle per confermare le dimissioni presentate la settimana scorsa.
“Prima di tutto grazie“, queste le parole con cui Draghi, ha aperto il suo intervento alla Camera, a seguito del quale ne è seguito un lungo applauso. Standing ovation che è scaturita spontaneamente soprattutto da parte del centrosinistra e dei ministri. Immobili invece quasi tutti i parlamentari di Lega e M5s.
Il premier, sorridente ma visibilmente commosso ha replicato ricordando la famosa barzelletta del banchiere centrale raccontata pubblicamente qualche giorno fa: “Innanzitutto grazie. Grazie per questo applauso naturalmente, certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato, a volte. Grazie per questo e per tutto il lavoro fatti in questi mesi“.
Poco dopo è arrivata la conferma della salita al Colle per confermare le dimissioni: “Alla luce del voto al Senato chiedo di sospendere la seduta perché mi sto recando dal presidente della Repubblica per comunicare le mie determinazioni“.
Ricapitolando il voto di ieri al Senato sulla fiducia il governo ha ottenuto solo 95 sì e 38 no sulla risoluzione di Pier Ferdinando Casini. Un risultato figlio dell’astensione da parte di Lega, Forza Italia e M5s, anche se i senatori pentastellati, a differenza degli altri due partiti, non sono usciti dall’Aula garantendo così il numero minimo di senatori per rendere la votazione valida. In sostanza Draghi ha ottenuto la fiducia, ma non ha più la maggioranza con cui aveva stretto un patto. Motivo per il quale è certo che si andrà a elezioni anticipate, che con tutta probabilità si svolgeranno a ottobre.
Intanto ci sono prime inevitabili ripercussioni economiche legate alla caduta del governo Draghi: lo spread tra Btp e Bund tedesco apre in netto rialzo a 230 punti base, rispetto ai 212 punti della chiusura di ieri, dopo la crisi di governo. Il rendimento del decennale italiano sale al 3,56%, oltre il tasso dei titoli greci (3,48%).