Sul ritorno dell’obbligo delle mascherine all’aperto pare ormai non esserci alcun dubbio, sarebbe questa una delle misure certe del Governo per frenare la seconda ondate del Covid-19, entro mercoledì Palazzo Chigi firmerà il nuovo Dpcm ottobre, che in primis sancirà la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, poi determinerà l’entrata in vigore di una nuova stretta per contenere gli effetti del Coronavirus.
Pare infatti che le riaperture e le ‘bravate’ di quest’estate, specie ad opera dei più giovani, siano costate care, il rispetto risicato delle norme anti-contagio ed il venire meno, spesso, dell’uso della mascherina in luoghi affollati ha portato inevitabilmente il virus a riprendere il sopravvento.
Ora si cerca, per evitare un nuovo lockdown che metterebbe certamente in ginocchio un’economia già provata dalla chiusura forzata precedente, di pensare a misure che permettano di arginare il numero crescente di contagi senza dovere arrivare a soluzioni eccessivamente drastiche.
Sebbene qualche restrizione risulti già allo studio, ai governatori ad esempio pare che potrebbe essere tolta la possibilità di emettere ordinanze meno restrittive rispetto a quelle dello Stato centrale, insomma ad avere l’ultima parola sarebbe sempre Roma. Questo sta già creando non pochi dissapori tra le Regioni che dallo scorso 18 maggio avevano riacquistato la libertà di potersi muovere in autonomia nella propria amministrazione, tant’è ad esempio che in alcune Regioni l’obbligo della mascherina all’aperto è già tornato in vigore, si pensi a Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria.
Lo scopo di Palazzo Chigi sarebbe in realtà quello di evitare che ogni Regione decida per sé, affinché vengano normate e siano uguali per tutti le misure di contenimento del contagio, che, come dicevamo poc’anzi, nelle ultime due settimane ha portato inesorabilmente i numeri dei casi positivi a salire, toccando i livelli, purtroppo, della seconda settimana di aprile quando si era in pieno lockdown.
Pare dunque che per limitare la curva dei contagi il Governo stia predisponendo delle nuove misure cautelative, i dettagli saranno stabiliti nel consiglio dei Ministri in calendario tra stasera e domani, oltre al quasi certo obbligo della mascherina anche all’aperto, si starebbe pensando a limitazioni degli assembramenti nei bus, nelle metropolitane e nei treni, ove la capienza dovrebbe essere abbassata all’80% anche l’ingresso nei negozi dovrebbe tornare ad essere contingentato, così come potrebbe tornare l’obbligo della chiusura di bar e ristoranti tra le 22 e le 23. Limiti ferrei anche per gli eventi e le feste, per il campionato di Serie A pare che non potranno accedere più di 1000 persone allo stadio e tra loro dovranno essere comunque distanziate almeno di 1 metro, cinema, teatri e palazzetti dello sport la capienza massima possibile sarà pari a 200 persone.
Stesso limite per le coppie che vorranno convolare a nozze, i banchetti dovranno essere ridotti, il limite massimo per le feste, anche in questo caso potrà essere di 200 persone. In casa se si vorrà festeggiare, con buona probabilità, ci si dovrà accontentare di un numero di invitati tra i 6/10 massimo.
Chiaro che qualora i focolai aumentassero e i casi continuassero a salire si andrebbe incontro ad un nuovo rischio chiusura per palestre, cinema e teatri. Poi toccherebbe a parrucchieri, centri estetici, bar e ristoranti. Più al sicuro quanti hanno modo di poter lavorare in smart working , in quanto per loro, al più vi sarebbe l’obbligo di tornare a lavorare da casa ove possibile.
A caratterizzare la nuova ondata di casi questa volta non sono Lombardia e Veneto, che avevano visto focolai elevati nel primo lockdown, ma le regioni del Centro e del Sud, per numero di ricoverati in ospedale spiccano infatti il Lazio (737) e la Campania (450). Probabilmente ad aver inciso anche la riapertura delle scuole, altro ambiente altamente a rischio chiusura, qualora la situazione dovesse peggiorare.
Non resta che attendere la firma sul nuovo Dpcm, ancora allo studio, per comprendere davvero a quali restrizioni saremo nuovamente costretti, confidando che una volta su tutte, possa vincere il buon senso, al fine di tutelare il bene del Paese sia dal punto di vista sanitario, quanto economico.
Carlo Saccomando