ROMA. Pippo Baudo, il “Pippo nazionale”, oggi compie 83 anni, festeggiati con un omaggio “Buon compleanno… Pippo”, in onda questa sera su Rai 1, a ricordo, inoltre, dei 60 anni di televisione, raccontati nel libro “Ecco a voi. Una storia italiana” (Soilferino), presentato all’ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino. «Il mio programma del cuore è Novecento – ha rivelato -, in cui riuscimmo a coniugare cultura e spettacolo. Era inizialmente un esperimento nel pomeriggio di Rai 3, ed è diventata una grande trasmissione. Tutti i più grandi venivano ospiti spontaneamente. Sarebbe bello fare un’edizione Duemila». Il direttore di Rai 1 Teresa De Santis, commossa ha detto: «Pippo Baudo ha inventato la cultura pop, ha avuto la capacità di coniugare alto e basso, ha fatto la storia», mentre Baudo ha ribattutto: «Ho lavorato con spirito formativo nei miei confronti. Crescevo io, crescevano i miei programmi. Io studiavo e ciò che studiavo lo mettevo nei miei programmi che sono stati tantissimi. Dedico questa festa che Rai 1 ha voluto a Pippo Caruso: mi ha dato tanto e la sua assenza mi pesa ogni giorno di più, come tanti amici che se ne sono andati troppo presto».
In una clip per festeggiarlo, Gigi D’Alessio, Michelle Hunziker, Al Bano e Romina Power, Jovanotti, Giorgia, Massimo Lopez, Tullio Solenghi Anna Tatangelo, Giancarlo Magalli, Lorella Cuccarini, e l’immancabile Fiorello, ospiti di Buon Compleanno Pippo lo hanno sorpreso. E Baudo ha continuato sull’onda dei ricordi: «Ero curioso, andavo a cercare personaggi carini nelle sagre paesane. Allora la tv era da fondare, l’Italia, all’epoca, era generosa nella provincia. Un’Italia che andrebbe rivisitata. Anni fa feci “Il Viaggio”, un programma molto bello. Qualcosa da scoprire ancora c’è, e questo è il compito principale della Rai, deve scovare i nuovi, gli altri possono prendere i prodotti già pronti ma la Rai no. La Rai è servizio pubblico, è la Rai, deve mischiare la cultura popolare, l’alto e il basso. Non è vero che la cultura fa paura: se si allargano i concetti, se si popolarizza la cultura, può diventare un elemento indispensabile». Senza rancori, o nostalgie per programmi non fatti, dal momento che, come ha dichiarato, ha fatto tutto ciò che desiderava, ha sottolineato che «La tv ha perso l’ingenuità in questi anni. Ma l’ingenuità si può recuperare. Noi dobbiamo sempre guardare al domani, guardandoci indietro. Anche l’uomo di spettacolo deve fare così. Questa bella attività che si chiama spettacolo mi ha dato la vita e la gioia», e ha aggiunto aggiunge, in riferimento al servizio pubblico: «Questo cavallo facciamolo sempre camminare verso un avvenire sempre più forte. La Rai deve essere sempre la prima industria culturale di questo paese».