ROMA. La Domus Transitoria, la prima grande reggia che Nerone si fece costruire sul Palatino, riapre oggi al pubblico, dopo dieci anni di restauri. Marmi intarsiati di meravigliose cromie, pareti e volte affrescate e decorate con oro e gemme blu lapislazzulo, un soffitto a cassettoni con un telaio virtuale di travi rosse dove sono inquadrate le scene di eroi dell’epos omerico, sottolineano lo sfarzo della dimora, che fu dismessa e interrata dopo l’incendio del ’64 d.C. per ordine dello stesso imperatore, il quale decise di sostituirla con la Domus Aurea, più ricca e grande. «Ma in questi ambienti c’è in nuce già tutto, quasi una prova tecnica in piccolo di quello che sarà poi la Domus Aurea», spiega la direttrice del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo. Sono stati recuperati 800 metri quadrati per i visitatori, che saranno accompagnati nel percorso da una speciale illuminazione, oltre a proiezioni e visori 3d.
Sul sito del Parco Archeologico del Colosseo sono riportati informazioni riguardanti i resti pittorici della Domus Transitoria, individuati nel 1912 sotto il triclinio della Domus Flavia, e distaccati nel 1956 per maestria stilistica e ricchezza dei materiali impiegati. Svetonio, a proposito della prima residenza di Nerone sul Palatino, scriveva che “tutto era coperto d’oro, pietre preziose e madreperla”.