Il gigantesco incendio ha devastato più di 170.000 ettari, a nord della costa occidentale, dove il cambiamento climatico favorisce simili tragedie
Dalla metà di luglio la California e stata messa sotto attacca da Dixie Fire, uno dei più grandi incendi della storia che non ha nessuna intenzione di spegnersi e che ha già divorato più di 170.000 ettari.
La prolungata siccità, legata al cambiamento climatico, affermano gli scienziati, ha reso gli Stati Uniti occidentali particolarmente vulnerabili agli incendi altamente distruttivi.
Dixie Fire questa settimana ha attaccato la cittadina di Greenville, paese nella contea di Plumas purtroppo abituata agli incendi dal 1881. Dixie Fire ai giorni nostri nella cittadina californiana non ha lasciato che rovine.
“Persone che hanno perso le loro case e i loro affari. Le loro vite non saranno più le stesse. Tutte le strutture in legno sono ridotte in cenere e alcuni edifici in pietra in macerie. E’ fondamentale che gli abitanti seguano avvisi di evacuazione, perchè questo fuoco non è finito” ha affermato Todd Johns sceriffo della contena in una conferenza stampa.
Il Dixie Fire ricorda dolorosamente il Paradise Fire del 2018, l’incendio più mortale della California negli ultimi anni. E pare voglia battere tutti i primati. Dal momento dell’inizio Più di 5.000 vigili del fuoco sono all’opera per spegnere le fiamme che alla fine di luglio, avevano già distrutto due volte e mezzo più vegetazione rispetto allo stesso periodo del 2020, l’anno peggiore nella storia della California in termini di incendi.
Le fiamme sono scaturite dalle linee elettriche difettose dopo che un albero è caduto su un cavo di alimentazione. Il fornitore di energia Pacific Gas and Electric (PG&E), la più grande compagnia energetica della California, ha riconosciuto la sua responsabilità e alla fine di luglio ha annunciato che avrebbe interrato i suoi 16.000 km di cavi elettrici per evitare che le sue apparecchiature provocassero nuovi incendi devastanti.