È passato oltre un anno e mezzo da quando gli italiani hanno potuto varcare per l’ultima volta l’ingresso di una discoteca, almeno nel nostro Paese. Sembra un ricordo ormai sbiadito quello in cui l’economia legata all’intrattenimento notturno era ancora florida, poi l’arrivo della pandemia ha stravolto tutto.
Nonostante la campagna vaccinale, con l’introduzione del Green Pass, abbia permesso un graduale ritorno alla normalità e nel contempo la riapertura di quasi la totalità delle attività economiche del Belpaese il settore delle discoteche non ha ancora avuto il via libera dal Governo per la riapertura definitiva. Dopo 19 mesi di chiusura forzata il settore è stato messo in ginocchio: il rischio più grande è quello di provocare il fallimento di un gran numero di aziende e nel contempo far perdere il lavoro a migliaia di lavoratori.
Su questo delicato tema è intervenuto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento all’assemblea annuale di Confcommercio. Il vicesegretario della Lega ha lanciato un appello ai colleghi ministri chiedendo di rivalutare la riapertura delle discoteche, non solo per il lato economico della questione, che ha sottolineato quanto sia importante, ma soprattutto per il valore simbolico del provvedimento. Giorgetti ha sottolineato che se il Governo non fosse in grado di garantire il lavoro per le migliaia di lavoratori impiegati in questo settore sarebbe “una sconfitta” per lo Stato.
Il ministro leghista non è rimasto indifferente davanti allo sfogo di Maurizio Pasca, presidente di Silb-Fipe (sindacato italiano dei locali da ballo) che ha dichiarato a nome di tutta la categoria di essere disponibile ad un confronto con il Governo, ma se non verrà stabilita una data di riapertura in tempi brevi i gestori dei locali e i lavoratori sono pronti a scendere in piazza per protestare. “Nessuna manifestazione violenta, ma ci faremo sentire”, ha specificato.
Pasca ha poi aggiunto che se non ci sarà una data certa entro il 31 ottobre il rischio è quello di mandare sul lastrico un settore intero e che le attività finiscano in mano alla malavita organizzata: “Dopo una chiusura ininterrotta da 19 mesi, dovendo pagare affitti, utenze, tasse, con anticipazione di cassa integrazione in deroga e mutui, un’azienda non ce la fa più a resistere: dichiara fallimento o cede al miglior offerente e in momenti di crisi come questa legata alla pandemia, a chi interessa un’azienda chiusa da 19 mesi se non alla malavita? Il governo si renda conto che c’è un rischio di questo tipo“.
Infine il presidente di Silb-Fipe si domanda se non ci sia una questione ideologica legata alla riapertura delle discoteche: “C’è un pregiudizio ideologico contro questo settore e i giovani che frequentano le discoteche? Il governo si rende conto che così si favorisce l’abusivismo?“. Inoltre il problema potrebbe essere anche di ideologia politica visti i contrasti all’interno della maggioranza: da sempre a favore della proposta di riapertura sono presenti Lega e Fratelli d’Italia, una concessione potrebbe equivalere ad una sorta di “sconfitta politica” per i partiti di centro-sinista e per il Movimento 5 stelle.
“Il rischio epidemiologico nelle discoteche è simile a quello dei teatri o dei cinema, strutture che hanno riaperto da tempo e oggi hanno avuto incremento della capienza. Se dobbiamo tornare alla normalità facciamolo davvero senza dire no in modo ideologico“. Questo il giudizio espresso da Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Matteo di Genova, che crede fermamente sia possibile una riapertura in sicurezza dei locali notturni.
Secondo l’infettivologo la soluzione è molto semplice: le discoteche “si possono riaprire con il Green pass e con un limite alla capienza iniziale al 40-50%. Non c’è nessun motivo per tenerle chiuse, siamo l’unico Paese in Ue a non averle riaperte“. L’esperto condivide il pensiero di Maurizio Pasca e si domanda se all’interno dell’esecutivo ci sia qualcuno che abbia un atteggiamento un po’ troppo ideologico, una cattiva abitudine di alcuni politici italiani.
Inoltre fa molto sorridere la considerazione che esprime nei confronti del premier Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza: “Bisogna cercare di spiegargli che le discoteche non sono un luogo di perdizione dove non si possono fare controlli, dove la gente si bacia e salta in modo incontrollato“. Il medico ha evidenziato che il rischio epidemiologico all’interno di questi locali è simile a quello dei teatri e dei cinema, strutture che hanno riaperto da tempo (anche se con capienze ridotte) e che si apprestano a tornare al 100% di capienza all’aperto e all’80% al chiuso.