• 5 Novembre 2024
  • AMBIENTE

Disastri annunciati: nel 2050 il Mediterraneo salirà di 20 cm

ROMA. Il livello del Mar Mediterraneo potrebbe salire in media fino a 20 centimetri entro il 2050 e fino a 57 centimetri entro il 2100. Fra gli scenari più critici la laguna di Venezia, dove si stima che nel 2100 il livello medio del mare sarà più alto rispetto ad oggi tra i 60 e gli 82 centimetri. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Water da Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’olandese Radboud University e l’università della Sorbona.

Gli studiosi hanno calcolato come potrebbe aumentare il livello del mare nel 2050 e nel 2100 utilizzando i dati di nove stazioni mareografiche poste nel Mediterraneo centro-settentrionale, che ne misurano il livello a partire dal 1888, combinati con le proiezioni elaborate dal Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Ipcc) e con le misure relative all’abbassamento del suolo (subsidenza) per cause naturali o dovute ad attività umane, ottenute con il Gps.

Lo studio ha previsto due scenari possibili. In quello più critico “si potrà verificare entro il 2050 un aumento massimo del livello medio del mare di circa 20 centimetri, mentre nel 2100 si potranno raggiungere 57 centimetri circa”, rileva Marco Anzidei, dell’Ingv, coautore dello studio e coordinatore del progetto europeo Savemedcoasts che ha finanziato la ricerca. Secondo lo scenario meno critico, prosegue il ricercatore, “nel 2050 si potrà avere un aumento di 17 centimetri e nel 2100 di 34 centimetri”.

Secondo Antonio Vecchio, della Radboud University, “a livello locale le fluttuazioni del livello marino possono contribuire fino al 9% della variazione totale attesa, mentre subsidenza e variabilità nel loro insieme sono responsabili di circa il 15% della variazione del livello del mare. Nella laguna di Venezia, per esempio, la subsidenza accelera l’effetto dell’aumento del livello marino”. Lo studio mostra inoltre, conclude Anzidei, che “lungo le coste basse e subsidenti il mare tende a sommergere tratti più o meno ampi in maniera più veloce rispetto alle zone non subsidenti”.

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