Coldiretti ha annunciato il blocco dell’invasione di riso asiatico nell’Unione Europea, in quanto si prevedono dazi sulla varietà di riso “Indica” lavorato e semilavorato per un periodo non superiore a tre anni, con un valore scalare dell’importo da 175 euro a tonnellata nel 2019, a 150 euro a tonnellata nel 2020, fino a 125 euro a tonnellata nel 2021, con possibili proroghe.
L’alimento in questione proveniente da Cambogia e Birmania fa concorrenza sleale ai produttori italiani, secondo Coldiretti, in riferimento al via libera al regolamento esecutivo della Commissione Europea che è scattato. Questo il risultato della mobilitazione di Coldiretti nelle piazze italiane e nelle sedi istituzionali, per mezzo della quale Bruxelles ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi d’importazioni di riso, aumentati del 256% nella fascia temporale dal 2011/12 al 2017/18.
Oltre alla perdita economica, che grava sul primato nazionale dell’Italia in Europa con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 219.300 ettari, esiste inoltre l’accusa di violazione dei diritti umani, oltre a quella di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya.
Si è dunque conclusa una vicenda durata a lungo, avviata formalmente il 16 febbraio 2018, quando l’Italia aveva presentato su sollecitazione della Coldiretti a Bruxelles la richiesta per il ripristino dei dazi, invocando la clausola di salvaguardia prevista dalle norme Ue nel caso i regimi commerciali preferenziali Ue per i paesi beneficiari creino difficoltà ai produttori europei.