TORINO. Un anno fa la scomparsa di un grande campione. Davide Astori non era semplicemente un talentuoso calciatore, faceva parte di quella schiera di leader silenziosi che il calcio della nostra epoca fatica a trovare, era quel tipo di condottiero capace con un solo sguardo o con la parola giusta di motivare un’intero gruppo.
Vero capitano, in campo e fuori, fiero di portare la gloriosa fascia sul braccio e capace di unire tutti i tifosi viola sotto un’unica bandiera. La sua è stata una presenza così determinante che non si è spenta nemmeno dopo la sua dipartita. Oggi non solo i tifosi, ma l’Italia intera è unita nel suo ricordo.
Se n’è andato il 4 marzo 2018 in un albergo di Udine, mentre era in ritiro con la squadra alla vigilia della partita con l’Udinese. Aveva 31 anni. Una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro la causa del decesso del difensore della Nazionale.
Per commemorarlo, in occasione di tutte le gare della 26/a giornata di Serie A, al 13esimo minuto è stata proiettata sui maxischermi degli stadi una foto del giocatore. Sono stati momenti commoventi e pieni di emozioni, più di qualsiasi gol o rigore sbagliato, sentimenti forti che rimarranno per sempre nel cuore degli appassionati di questo sport e non solo. “Il ricordo di Davide è sempre vivo in tutti gli appassionati di calcio – ha commentato il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè – dedicargli un applauso significa rendere omaggio ad un grande uomo e ad un grande capitano, straordinario esempio di correttezza e lealtà sportiva dentro e fuori dal campo“.
Stamane a Bergamo don Gianluca Brescianini ha celebrato nella chiesa parrocchiale di San Pellegrino la messa per ricordarlo. Durante l’omelia ha detto ai presenti: “Davide è un capitano che ha dato frutti da vivo ma anche da morto: con il suo ricordo vivo in tutti dà ancora frutti“.
Tantissimi i presenti alla cerimonia, la famiglia Astori, composta da papà Renato, mamma Anna, i fratelli Marco e Bruno, la compagna del giocatore Francesca che lo rese padre tre anni fa di Vittoria, gli amici arrivati da Firenze, alcuni compagni di squadra della Fiorentina e dirigenti che ieri si sono fermati a Bergamo dopo la partita. Successivamente hanno fatto tappa al cimitero per tributare un saluto sulla tomba del capitano.