• 2 Novembre 2024
  • STORIA

Dall’idea di Europa alla C.E.C.A. (1942-1951)

“Europa in pillole”, rubrica a cura del Prof. Franco Peretti

Alcuni spunti (1942-1945)

Durante la seconda guerra mondiale, negli stati europei sconvolti dalle vicende belliche, con intensità e convinzioni diverse, nascono e si sviluppano, all’interno dei singoli movimenti di resistenza,varie correnti politiche, che portano avanti le linee progettuali per la costruzione di una federazione, la quale abbia come obiettivo soprattutto la creazione di un’entità sovranazionale non solo utile a scongiurare ulteriori guerre ma anche idonea a rendere il vecchio continente un soggetto in grado di contare a livello mondiale, dove già fanno sentire il loro peso gli Stati Uniti d’America da una parte e l’Unione Sovietica dall’altra. Diversi documenti provano questa affermazione, anche se quasi tutte le tesi avanzate dalle varie correnti presenti nella realtà europea sostengono in modo generico e assai fumoso la nascita di un’Europa nuova, ma non parlano di federazione europea. Fanno eccezione le posizioni italiane, perché in Italia si parla esplicitamente di unione vera e propria. Ecco alcuni esempi:

Charles de Gaulle discende l’avenue des Champs-Élysées il 25 agosto 1944 in occasione della Liberazione di Parigi (Wikipedia)

Posizione francese

In Francia vi è attenzione per l’Europa, ma è un’attenzione marginale, perché prevale la visione di De Gaulle, che punta essenzialmente a ricostruire la “grandeur” francese. Si nota da parte di tutte le forze politiche una spiccata attenzione per la sovranità nazionale. Il più aperto all’idea di un’Europa come entità sovranazionale è il partito socialista, che con i suoi organi di stampa e le sue riviste fa dichiarazioni europeiste. Alla base di questa complessiva freddezza c’è la condivisa volontà francese di ricostruire uno stato forte ed importante a livello mondiale.

Posizione tedesca

Una posizione particolare ha la Germania, dove la Resistenza, che nasce contro il nazismo ed ha occupato molti territori europei, ha una posizione che è stata definita “spirituale”, in quanto tende a sostenere e a salvaguardare principi e valori collegati alle libertà individuali. Aderiscono a questa iniziativa intellettuali, funzionari e religiosi, che si confrontano su ipotesi di una nuova società tedesca senza avere grande attenzione per progetti sovranazionali. Interessante però per gli sviluppi futuri è l’impostazione strategica elaborata dai tedeschi, che prevede a livello europeo una serie di funzioni accentrate in un organismo sovranazionale con particolare riferimento al coordinamento europeo dello sviluppo dell’industria pesante, all’abolizione delle barriere doganali, alla riorganizzazione armonica dei sistemi fiscali e del credito, alla reimpostazione a livello continentale dei trasporti. Guardando la storia successiva dell’Unione Europea questa intuizione tedesca, che punta su alcune funzioni centralizzate, è servita in ogni caso per mandare avanti il processo di formazione dell’attuale UE.

Posizione dei Paesi Bassi, del Belgio e del Lussemburgo

Neppure i Paesi Bassi, il Belgio ed il Lussemburgo durante la guerra e la Resistenza dimostrano una “vocazione europeista”, anche se in qualche modo puntano ad un coordinamento di carattere economico e commerciale. Si deve registrare la presenza di gruppi di lavoro che, pur non producendo risultati concreti in termini complessivi, offrono esempi di qualche sperimentazione funzionale, che in futuro potrà servire come modello. Non è da sottovalutare a questo proposito l’unione doganale del Benelux, che nasce appena dopo la liberazione di questi stati dalla dominazione nazista.

Altiero Spinelli (Facebook)

L’Italia, un caso particolare: Spinelli e il suo manifesto

Un posto a sé merita l’Italia perché, guardando i manifesti dei gruppi culturali italiani che si occupano di prospettive postbelliche, si nota una decisa propensione a favore dell’unità europea e molti sono gli eventi che avvalorano questa tesi. Anzi è doveroso ricordare che l’impostazione unitaria europea in Italia ha radici assai lontane. Luigi Einaudi, già nel 1918, parla di Europa come di un “ superstato fornito di una sovranità diretta sui cittadini dei vari stati, con il diritto di stabilire imposte proprie, di mantenere un esercito supernazionale, padrone di una amministrazione sua, diversa dalle amministrazioni nazionali“. Alle sue prese di posizioni si associano spiccate personalità di diversa estrazione sociale: Giovanni Agnelli e Filippo Turati, per fare due nomi importanti. Tra i raggruppamenti politici italiani merita di essere evidenziato il Partito di Azione, perché in modo più deciso rispetto ad altri movimenti prende una chiara e netta posizione ed un suo esponente, Altiero Spinelli, diventa l’alfiere italiano della nuova idea di Europa. E’ proprio infatti Spinelli, con il “Il Manifesto”, scritto con la collaborazione di Rossi e Colorni nel carcere di Ventotene, dove si trova, perché condannato dal Fascismo, che chiede un impegno di tutti gli Europeisti per fare una rivoluzione idonea alla creazione dell’Europa Unita. Nella sostanza le teorie politiche di Spinelli mettono in evidenza un progetto di fattibilità, quindi un progetto, che possiede tutti i requisiti per diventare facilmente realtà. Proprio questa progettualità rappresenta l’elemento peculiare del movimento europeo italiano.

Una considerazione finale, dopo questi sintetici quadri nazionali può essere tratta: nella fase immediatamente post-bellica il dibattito per affrontare la prospettiva dell’ Europa Unita non parte subito, perché gli stati del Vecchio Continente sono impegnati a chiudere le dolorose ferite della seconda guerra mondiale e nello stesso tempo sono occupati a creare nuove relazioni sociali interne e sviluppare nuove reti commerciali, che ben si collegano alle decisioni assunte dai vincitori a Yalta, che dividono in modo assai netto il mondo in due parti, quella occidentale sotto il controllo rigido degli Stati Uniti d’ America e quella orientale sotto il controllo dell’Unione Sovietica.

Zone di occupazione della Germania nel dopoguerra (Wikipedia)

Il blocco occidentale: la dottrina Truman e il piano Marshall

Gli anni 1946 e 1947 rappresentano un momento particolare per lo sviluppo della costruzione dell’Europa Unita. Sono infatti gli anni dell’avvio di quella che sarà ricordata come “guerra fredda”, periodo di forte contrapposizione tra due alleati della seconda guerra mondiale: Stati Uniti e Unione Sovietica. In questa vicenda il punto centrale della discordia è uno stato sconfitto nell’evento bellico: la Germania, ormai divisa in due parti, una legata all’occidente, l’altra legata all’oriente russo. Poiché il governo degli Stati Uniti avverte in modo molto forte la necessità di un controllo dello stato tedesco per bloccare eventuali ingerenze sovietiche, sceglie di appoggiare da un punto di vista economico la ricostruzione della Germania occidentale. Questa scelta politica americana suscita una serie di reazioni presso le cancellerie europee, in modo particolare quella francese da sempre in conflitto di interessi non solo economici con la Germania. Per ovviare a questi elementi di tensione nel campo occidentale, gli Stati Uniti decidono di ampliare la portata dell’intervento previsto dal piano Marshall, che è lo strumento operativo per attuare la “dottrina Truman”, il progetto cioè idoneo a garantire la supremazia nel mondo degli Stati Uniti. Il piano Marshall da progetto per la Germania diventa piano per il continente europeo e, contestualmente nasce un nuovo rapporto tra stati europei e Stati Uniti. Nello stesso periodo, e questo ci interessa molto per la storia che stiamo scrivendo, il Congresso americano approva una risoluzione molto sintetica, ma precisa, che dice: ”Il Congresso degli Stati Uniti d’America favorisce la creazione degli Stati Uniti d’Europa”.

Poster del piano Marshall (Wikipedia)

Riprende vita l’idea dell’ Europa unita

In conseguenza della presa di posizione ufficiale degli Stati Uniti in Europa si risveglia anche l’opinione pubblica favorevole alla costituzione dell’Europa Unita. Proprio in seguito a questo risveglio il 7 e 8 maggio 1948 si svolge all’Aia un congresso, al quale partecipano molte personalità impegnate nell’ambito politico e culturale. In questa assise vengono poste le basi per la nascita del Consiglio d’Europa, che si costituirà a Londra un anno dopo, il 5 maggio 1949. Partecipano sin dalla sua costituzione 10 stati: Belgio, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda e Svezia.

Sede dell’Alta autorità della CECA a Città del Lussemburgo (Wikipedia)

Verso la C.E.C.A. ( Comunità Europea Carbone Acciaio)

Mentre a livello europeo procede a ritmo serrato il dibattito culturale per la realizzazione del progetto di Unione, diverse questioni sono sollevate nei confronti degli alleati dalla Francia, che vuole tenere sotto controllo la Germania e continua a temere sia la sua possibilità di riarmo sia le sue occasioni di rafforzamento economico. Per quanto riguarda i territori due sono le zone che interessano sia alla Francia che alla Germania: la Saar e la Ruhr, e su queste due zone il governo francese vuole imporre la propria supremazia. Negli anni immediatamente dopo la guerra molte sono le proposte di soluzione avanzate da più parti. Nessuna però trova l’accoglimento degli interessati. E’ di questo periodo un progetto, quello di Jean Monnet, che sarà portato nelle sedi istituzionali dal ministro degli esteri francese Robert Schuman. Il piano previsto nel documento di Monnet prevede la costituzione di “un’autorità sovranazionale con il compito di regolare la produzione del carbone e dell’acciaio delle aree di potenziale conflitto e di conseguenza di eliminare i rischi di contenzioso tra Francia e Germania“. Nasce in questo modo nel 1951, nell’Europa occidentale, la prima istituzione sovranazionale con la competenza di regolare il settore del carbone e dell’acciaio. Certo questa soluzione, che richiede per la sua gestazione lunghe trattative, che vanno dal giugno 1950 al marzo 1951, rappresenta il punto di partenza di quella che poi sarà l’Unione Europea.

Franco Peretti

Professore ed esperto di diritto europeo

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