Riferita ai dati del 2017, è stata presentata la 18esima edizione del “Rapporto Rifiuti Speciali 2019” dell’Ispra/Snpa, che fornisce informazioni sulla produzione e gestione in Italia, riguardante i rifiuti speciali. La buona notizia è che, seppur in aumento la quantità totale – 140 milioni di tonnellate nel 2017, quasi il 3% in più rispetto al 2016 -, il Bel Paese si conferma leader nel riciclo con un +7,7% rispetto al 2016 delle quantità avviate a recupero di materia, e una diminuzione dell’8,4% di quelle destinate allo smaltimento. «Importiamo materiali necessari all’industria italiana, ed esportiamo rifiuti che non abbiamo modo di trattare adeguatamente con impianti», ha detto il direttore generale dell’Ispra Alessandro Bratti. Moltissimi, circa 2 milioni di tonnellate, provengono dalla Germania, seguiti da quelli di Svizzera, Francia, e Austria. I rifiuti di metallo importati servono al riciclaggio, mentre il 68% degli esportati appartengono alla categoria dei non pericolosi, e il restante 32% a quella dei pericolosi.
Costruzioni e demolizioni rappresentano i settori che producono in Italia rifiuti speciali, quasi 60 milioni di tonnellate, soprattutto al Nord: qui la Lombardia si presenta come la regione del primato in questo settore, prima di Veneto ed Emilia-Romagna. Qualcosa come due milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali. In discarica finiscono poi 12 milioni di tonnellate di rifiuti (l’8,2% del totale gestito), di cui circa 10,9 milioni di tonnellate sono non pericolosi, e 1,2 milioni di tonnellate pericolosi.
Esistono 11mila 209 impianti per i rifiuti speciali in Italia, più della metà situati al Nord: solo in Lombardia, ad esempio, sono localizzate oltre 2mila infrastrutture, il 20% circa del totale degli impianti del territorio nazionale. Gli impianti per il recupero di materia sono 4mila 597 (41% del totale); circa 20,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati all’interno del ciclo produttivo in più di mille impianti industriali. Tali stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale. I rifiuti inorganici recuperati, superiori ai 54 milioni di tonnellate, derivano dalle attività di costruzione e demolizione, trasformandosi in rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano il 13,6% e l’8,4% del totale.