Su 295 omicidi volontari nell’ultimo anno, ben 118 sono le donne rimaste vittime, un dato “sconcertante” e “sintomo evidente di una uguaglianza non metabolizzata“. È quanto ha evidenziato il Primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022, definendo questa situazione “sconcertante”. Nell’Aula Magna della Suprema Corte erano presenti il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
In riferimento agli omicidi volontari ha voluto porre l’accento su un dato agghiacciante: su 118 vittime sono 102 le donne assassinate in ambito familiare-affettivo e, in particolare, 70 per mano del partner o ex partner. “Questo tipo di suddivisione è costante negli ultimi anni – ricorda Curzio – e si inquadra in un preoccupante incremento dei reati all’interno della famiglia“. Crescita che è sintomo evidente di una “tensione irrisolta nei rapporti di genere e di una uguaglianza non metabolizzata.”
Il Presidente della Cassazione ha fatto appello allo Stato, a partire dal Parlamento, che si impegni in maniera forte nel contrasto di questi fenomeni di violenza. Così come continueranno a farlo gli organi inquirenti in sede di investigazione. Altra richiesta carica di significato è quella di applicare la legge con severità nei confronti di coloro i quali si macchiano di un omicidio nei confronti de genere femminile.
Curzio inoltre sottolinea che da sola la severità non può servire a risolvere le cause di questo malessere della società, ma è opportuno affrontarla in una dimensione più ampia a partire dai luoghi di formazione culturali e di personalità (come ad esempio all’interno della scuola).
Per quanto riguarda un quadro più generale dei reati un focus particolare è stato riservato all’aumento nell’ultimo periodo di fenomeni di violenze e minacce nei confronti di alcune specifiche categorie di persone e professionisti particolarmente esposti, come ad esempio giornalisti e amministratori locali.
Infine è stato evidenziato l’importante calo del numero di omicidi in Italia dal 1991 al 2020: nel ’91 furono quasi 2mila, mentre tornando ai nostri giorni nel 2020 sono stati 287, ovvero quasi 1700 in meno. Un trend che diminuisce di anno in anno così come dimostrano i 359 omicidi del 2018 e i 317 del 2019. “Le spiegazioni sono molteplici; una significativa è offerta da un altro dato: è aumentato il numero degli omicidi volontario di cui è stato identificato l’autore. Si è passati, anche qui con una progressione costante, dal 40% del 1992 al 73% nel 2020“, ha affermato Curzio.