Dopo l’iniziativa IOAPRO, moltissimi ristoranti vedendo anche la risposta positiva dei propri clienti hanno deciso, nonostante le sanzioni, di mantenere aperte le proprie attività. Disobbedienza gentile come é stata chiamata o semplicemente di necessità virtù? Le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti si sono dette non contrarie ai contenuti ma alle modalità ‘illegali’ dell’iniziativa e ne hanno preso non solo le distanze, ma hanno invitato caldamente i propri iscritti a non riaprire. Noi dalla nostra abbiamo intervistato diversi esercenti sia pro che contro l’iniziativa e quanto é emerso é una sfiducia generale nel domani, in quanto i dpcm che si sono susseguiti non hanno dato e ancora non danno speranze di un ritorno alla pseudo normalità.
Ragion per cui moltissimi ristoranti o palestre, specie quelli a conduzione famigliare, iniziano a temere di non farcela più a riaprire o comunque a sostenere i costi di una attività che funziona, quando va bene, a metà. Proprio delle preoccupazione degli esercenti e degli imprenditori abbiamo voluto parlare con Stefano Agnesini, Presidente nazionale della Confederazione Imprese unite per l’Italia, che dalla sua ha subito appoggiato l’iniziativa IO APRO. La situazione é allarmante, ci dice, i nostri iscritti faticano a ‘vedere la luce in fondo al tunnel’ qualcosa si deve pur fare per ripartire. Eccovi la sua interessante intervista in esclusiva.
Gentilissimo Presidente cosa può dirci delle sensazioni che commercianti, imprenditori e esercenti stanno vivendo da quasi un anno ormai, crede che si sia arrivati al limite a livello psicologico o vede ancora speranza come associazione di categoria? Il nuovo Dpcm ha confermato la chiusura delle palestre e l’orario ridotto per bar e ristoranti, concorda con tali ulteriori restrizioni?
La situazione sta diventando devastante, ma io di questo non mi voglio rendere complice, mi arrivano dati terrificanti io non capisco come si possa stare a guardare lo scempio che stiamo avvenendo. Mi arrivano notizie di altri imprenditori e nella fattispecie ristoratori che si sono tolti la vita, non va bene queste morti come le consideriamo morti sul lavoro???
Questa continua incertezza del futuro provoca effetti devastanti nella testa delle persone. Dobbiamo scongiurare tutto questo non possiamo più tollerare di imprenditori che trovano nella morte la soluzione, perché gli è stato tolto tutto il loro lavoro i loro sacrifici di una vita. A questo punto troverei quanto meno intelligente che non solo noi, ma che anche altre associazioni di categoria inizino a far emergere questa paura, perché si io di questo sono spaventato.
Cosa la spaventa maggiormente del momento economico che stiamo vivendo, lei spesso ci ha parlato dell’immobilismo del Governo, quali proposte si sentirebbe di avanzare al fine di agire nell’immediato e dare una svolta che possa ridare luce agli imprenditori e a tutti gli esercenti italiani?
Purtroppo non vedo la luce in fondo al tunnel oramai sono 20 anni che faccio attività sindacale datoriale ma una situazione di non ritorno come questa non l’avevo mai vissuta è allarmante ancor più allarmante è l’ immobilismo terrificante di questo governo. Io mi sono subito reso disponibile a tutelare come sempre, mettendomi a disposizione stando vicino a tutti quegli imprenditori che costretti da uno stato di necessità stingente hanno riaperto le loro attività e le stanno portando avanti con tutte le difficoltà del caso. Anzi auspicherei che le varie prefetture capissero che il loro non è niente di eversivo e che non c’è nessuna violazione nella volontà di lavorare. Io credo che chiunque abbia una coscienza e sia umano non si possa rendere complice di queste morti annunciate.
Quindi lei dice che l’iniziativa IOAPRO era necessaria e non più rimandabile, ho capito bene?
Purtroppo sì spero che sia chiaro a tutti qui o si muore di covid o si muore di fame. I nostri ristoratori sanno che possono contare su di noi e su gli oltre 50 legali che mettiamo a disposizione a livello nazionale che offrono tutto il supporto e l’assistenza legale gratuità ai nostri iscritti. Preciso che nessuno ha invitato nessuno a fare o non fare, ognuno é libero di fare quello che vuole io sono una di quelle associazioni che non mi permetto di dare giudizi e tantomeno imporre la mia linea ai nostri iscritti, siamo ancora in democrazia credo.
Presidente é una frecciatina, un detto non detto, alle altre associazioni di categoria che si sono dette contrarie a ‘IO APRO’ in quanto non ‘legale’ e contrario ai DPCM?
Guardi ne ho sentite di tutti i colori in questi giorni, tante al limite del legale, si perché non si può sentire che colleghi denunciano altri colleghi qualche associazione della quale non ricordo il nome addirittura annunciava controlli come se le forze dell’ordine fossero a comando loro, questi avvertimenti a casa mia si chiamano minacce, le persone sono libere di scegliere e noi gli aiuteremo e tuteleremo qualsiasi scelta facciano.
Quale dunque a suo avviso dovrebbe essere il ruolo di un associazione di categoria in questo momento?
Credo che sia il nostro preciso dovere, il nostro compito di associazioni di categoria, anzi forse se si fosse fatto bene il proprio lavoro non ci troveremmo in questa condizione. Stanno uscendo notizie aberranti delle quali io non mi voglio certo rendere complice. Credo che la vita di una persona e di una impresa abbia ancora un valore inestimabile e noi faremo di tutto affinché i nostri iscritti continuino a credere nel loro lavoro, nella loro dignità ed in un futuro migliore.
Ringraziamo di cuore Stefano Agnesini per il tempo dedicatoci e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte delle dichiarazioni del Presidente della Confederazione della Imprese Unite per l’Italia che trattandosi di esclusiva é tenuto a citare la fonte.