La relazione della Dia sul II semestre del 2020 mette in luce come la criminalità tragga grandi vantaggi dalla crisi del paese causata dalla pandemia
La criminalità è stata monitorata dalla relazione della Dia al Parlamento relativa al II semestre del 2020. La Direzione investigativa antimafia ha eseguito 726 monitoraggi nei confronti di imprese impegnate in appalti per grandi opere e ha svolto 12.057 accertamenti su persone fisiche.
La relazione evidenzia come la pandemia per le organizzazioni criminali sia stata l’occasione per infiltrarsi in modo profondo e capillare nel tessuto economico del paese. Non è difficile capire il modo in cui i criminali si arricchiscono. In un periodo in cui ristoranti e alberghi chiudono, la criminalità acquista i locali in crisi. Una volta liquidati i proprietari cercano fondi pubblici concessi al settore in questo periodo.
La criminalità è passata dalle estorsioni, usura, narcotraffico, gestione dello spaccio di droga, gioco d’azzardo illecito, all’infiltrazione nelle aree economiche del paese. In particolare nella produzione di energia da fonti rinnovabili, dell’agricoltura e dell’allevamento. Infiltrazioni possibili grazie alla “complicità di politici e funzionari infedeli”.
Si viene a sapere che la mafia siciliana non è riuscita a ricostruire una cupola e ha creato un coordinamento tra le varie famiglie di tutta la Sicilia. A Palermo, Trapani e Agrigento si ricostruisce il rapporto con le famiglie mafiose all’estero. Si aprono le porte ai figli di coloro nei primi anni 80 sono dovuti scappare per non cadere vittime della guerra di mafia del tempo.
Nella Sicilia centro-orientale sono attive organizzazioni che si affiancano ai clan storici. Tra queste, di particolare importanza la ‘Stidda’, un’organizzazione inizialmente rivale di Cosa Nostra ma attualmente propensa alla collaborazione per meglio spartisi i proventi di affari illeciti.
Le indagini hanno anche evidenziato come alcune di queste organizzazioni hanno fatto “un salto di qualità” passando da gruppi dediti principalmente ai reati predatori a sodalizi “in grado di infiltrare il tessuto economico-imprenditoriale del nord Italia”.
La ‘ndrangheta rimane la leader feroce del narcotraffico internazionale, che non esita a coinvolgere donne e minori nei traffici illeciti. Si è tuttavia incrinato il muro impenetrabile di omertà. Alcuni pentiti collaborano, e arrivano le richieste di aiuto di commercianti e imprenditori nonostante il timore per le gravi ritorsioni dei clan. La ‘ndrangheta è diffusa in tutte le regioni italiane e in tutta Europa, oltre all’Australia, Stati Uniti e Canada.
la ‘ndrangheta si è inserita anche nei proventi del reddito di cittadinanza nonostante la crisi economica che colpisce i calabresi e i miliardi che ha a disposizione derivanti dalla droga. Molte le inchieste sui clan calabresi coinvolti: Accorinti, Mannolo, Pesce, Bellocco. A Locri, i Carabinieri hanno scoperto 135 percettori irregolari di buoni spesa Covid, alcuni dei quali legati ai clan.