Nonostante la campagna vaccinale in Italia non si sia mai fermata e continui a vele spiegate nelle ultime settimane la curva epidemiologica è in continuo aumento. Valutando la ripartizione delle zone Covid la Penisola da oggi è ufficialmente spaccata a metà. Nove regioni sono bianche, mentre altre nove regioni e due Provincie Autonome sono in zona gialla: a Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, le Province autonome di Bolzano e Trento, Marche e Calabria si sono appena aggiunte Piemonte, Lombardia, Lazio e Sicilia.
C’è però una Regione in particolare che rischia di passare da gialla a arancione: si tratta della Liguria, i cui dati relativi ai ricoverati nelle terapie intensive e nei reparti ordinari si sta avvicinando ai valori soglia fissati rispettivamente a 20% e 30%. L’altro parametro per il passaggio in arancione è quello relativo l’incidenza dei nuovi casi di positività settimanali che non dev’essere pari o superiore ai 150 casi per 100mila abitanti.
Secondo i dati diffusi nel report del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria aggiornato a questa mattina sono 111.570.154 le dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Italia, il 97,8% del totale di quelle consegnate finora (114.100.518). Complessivamente, considerando anche chi ha effettuato il vaccino monodose e i pre-infettati che hanno ricevuto una dose, è almeno parzialmente protetto l’81,70% della popolazione italiana.
Il 78,30% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale primario, il 3,40% è in attesa di seconda dose. Il 33,59% ha effettuato la terza dose, per un totale di dosi booster somministrate di 19.906.208. La regione che ha somministrato più terze dosi è la Valle d’Aosta con il 41,22% della popolazione coperta, seguono Puglia, Lazio e Molise con una percentuale intorno al 40%.
Intanto ieri i dati sul numero dei nuovi casi ha fatto segnare un altro record tutt’altro che positivo: a fronte di 61.046 nuovi positivi e 133 morti, il tasso di positività ha toccato il 21,9%. Ma va sottolineato che il numero di tamponi sia più basso rispetto ai giorni precedenti.
Sull’aumento del numero di nuovi casi di positività si è espresso Massimo Galli, già primario di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, che alla trasmissione ‘Agorà‘ su Raitre ha dichiarato: “Mi auguro che il picco dei contagi sia entro il mese di gennaio“. Secondo l’infettivologo dal modo in cui si sta alzando la curva del virus, con una diffusione rapida e ampia, allo stato attuale è impossibile fare delle previsioni certe.
“Per un giorno o due – analizza Galli – abbiamo avuto meno tamponi e probabilmente, in proporzione più contagiati, perché in questi giorni di feste sono andati a farsi il tampone solo quelli con sintomi o con contatti diretti, ma credo che fatalmente ricominceremo ad avere un numero alto di tamponi, e ancora aumenti per una fase importante. Realisticamente dunque – conclude l’esperto – mi aspetto una crescita ancora per diversi giorni“.